Prodi: cambiare Maastricht per dire addio all’austerità

lunedì, 4 novembre 2013

Dopo tre anni di austerità il rapporto tra debito e Pil è aumentato, pressoché costantemente in tutta l’eurozona. Per questo motivo l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi chiede un ripensamento del Trattato di Maastricht, che ha posto le fondamenta giuridiche ed economiche dell’unione monetaria. Prodi chiede in particolare un ripensamento del tetto del deficit al 3%, che fu posto come condizione di adesione all’euro dal Patto di Stabilità e Crescita del 1997, e poi rilanciato dal Fiscal Compact nel 2011. Al “Quotidiano nazionale”, l’ex presidente del Consiglio e della Commissione europea rimarca come quando definì il Patto come stupido fu messo in croce, ma come ora tutti gli diano ragione. “Non è stupido che ci siano i parametri come punto di riferimento. E’ stupido che si lascino immutati 20 anni. Il 3% di deficit/Pil ha senso in certi momenti, in altri sarebbe giusto lo zero, in altri il 4 o il 5%”. Prodi sottolinea come se ci fosse un’Europa forte, ovvero istituzioni comunitarie autorevoli, sarebbe possibile provvedere ad un simile cambiamento, ma con l’attuale dominio della Germania e la divisione degli altri paesi una simile riforma è al momento difficilmente praticabile, anche perché ogni cancelleria spera di cavarsela da sola.

L’ex presidente della Commissione si schiera con gli ormai numerosi critici della politica economica tedesca, con un’eco delle accuse a Berlino lanciate nei giorni scorsi dal Tesoro americano e dal Fondo monetario internazionale. ” Un Paese non può avere un surplus commerciale come quello tedesco, proporzionalmente doppio di quello cinese, un’inflazione quasi zero e una crescita debole senza porsi il problema del rilancio”. Prodi però è scettico che qualcosa possa cambiare a breve termine. In primis perché la Germania non avrà un nuovo governo operativo fino all’anno prossimo, e poi per alcune idee ormai molto radicate nell’opinione pubblica tedesca che rendono difficile un ripensamento della politica di eurosalvataggio. La prima è che ogni stimolo all’economia europea sia un indebito aiuto ai pigroni del Sud, l’altra è l’ossessione dei tedeschi per l’inflazione, simile a quella che gli adolescenti hanno per il sesso. In Germania, rimarca Prodi, non si comprende come ormai il problema sia la deflazione. La discesa dei prezzi rappresenta un problema anche per l’economia tedesca, perché rischia di far saltare l’euro, uno scenario che apprezzerebbe a dismisura la futura valuta della Germania.

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