Anche Moni Ovadia (come me) lascia la Comunità Ebraica di Milano

martedì, 5 novembre 2013

Moni Ovadia ha comunicato il suo addio alla Comunità Ebraica di Milano in un’intervista pubblicata oggi martedì 5 novembre dal “Fatto Quotidiano”. L’attore, esponente di spicco del teatro italiano, ha dato addio alla Comunità Ebraica perché è diventata l’ufficio di propaganda di Israele, e non tollera posizioni di dissenso nei confronti del governo Netanyahu. Moni Ovadia, che rimarca di esser iscritto alla Comunità Ebraica di Milano per rispetto dei suoi genitori, spiega di aver subito un veto alla sua partecipazione al Festival “Jewish and the City”. Un episodio che ha scatenato la sua decisione di abbandonare la Comunità Ebraica milanese, come già aveva fatto Gad Lerner, ora iscritto a quella di Casale Monferrato. ” Io non voglio più stare in un posto che si chiama comunità ebraica ma è l’ufficio propaganda di un governo. Sono contro quelli che vogliono israelianizzare l’ebraismo. Ho deciso di lasciare, come ha fatto Gad Lerner a causa della mancata presa di posizione dei vertici milanesi dopo l’uscita di Berlusconi al binario 21, nel Giorno della Memoria”.

Moni Ovadia illustra le sue forti critiche alle politiche di Israele nei confronti dei palestinesi, una situazione tossica per tutte e due le parti in conflitto visto che non “c’è niente di più di degradante che fare lo sbirro ad un altro popolo”. L’attore spiega inoltre di subire moltissimi insulti a causa delle sue posizioni pro palestinesi, spesso da parte di ebrei. “Diventano i peggiori nazionalisti, malgrado la Torah condanni l’idolatria della
terra. L’ebraismo è una cosa, lo Stato d’Israele un’altra. Qualcuno ha sostituito la Torah con Israele. Il buon ebreo, dunque, non è quello che segue la Torah, ma quello che sostiene Tel Aviv. I sinceri democratici – tipo La Russa – sono amici d’Israele. E non importa se fino a poco tempo fa facevano il saluto romano inneggiando a quelli che hanno sterminato la nostra gente”. Moni Ovadia, che solidarizza con Vauro dandogli ragione nella sua causa contro chi l’ha diffamato di antisemitismo, auspica di essere criticato sì ma rispettato, per poter liberamente esprimere le sue opinioni. ” Vorrei essere criticato – non calunniato o insultato – ma rispettato. Vorrei semplicemente avere il diritto di dire la mia opinione e potermi confrontare”.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.