I 127 mila italiani diventati milionari grazie alla crisi nel 2012

lunedì, 11 novembre 2013

Il 2012 è stato l’annus horribilis dell’Italia. A soli tre anni dalla recessione record seguita al crack di Wall Street la crisi dei debiti sovrani nell’eurozona ha generato un’altra maxi flessione della nostra economia. Sono fallite più di 12 mila imprese in un anno, al ritmo di 34 al giorno. Più di mezzo milione di persone hanno perso il loro posto di lavoro, ed il Prodotto interno lordo è crollato del 2,4%. Un quadro disastroso, che però ha coinvolto una parte degli italiani. Un’altra fetta, certo ben più ristretta, di nostri connazionali ha beneficiato dalla crisi, come racconta oggi Federico Fubini su “La Repubblica” di lunedì 11 novembre. Secondo il Global Wealth Report di Credit Suisse, un’analisi della situazione patrimoniale dei milionari mondiali, nel 2012 i milionari italiani, ovvero le persone che hanno più di un milione di dollari di patrimonio, sono aumentati da un milione e 412 mila dell’anno precedente ad un milione e 529 mila.Una crescita di 127 mila unità che rappresenta un incremento del 9,5% nonostante un anno così negativo economicamente come è stato il 2012. Il report di Credit Suisse non indica con esattezza come si è generato questo aumento patrimoniale, ma Fubini illustra alcune possibili spiegazioni. L’aumento dell’indice azionario della Borsa di Milano è stato pari all’8,5%, mentre i titoli di stato italiani si sono rivalutati di circa il 10%, dalle obbligazioni a tre mesi fino a quelle a dieci anni, nel 2012. E’ probabile che non tutti gli italiani con un patrimonio sopra il milione di dollari abbiano investito in Borsa oppure in titoli di stato del nostro paese, però una spiegazione dell’aumento registrato da Credit Suisse risiede nella crescita degli investimenti in azioni ed obbligazioni secondo Fubini. “E’ un fenomeno impossibile da cogliere se si guarda alle dichiarazione dei redditi, perché i profitti da capitale sono tassati alla fonte in banca e non rientrano nelle denunce e nei prelievi Irpef”. In Italia, così come nel resto dell’Europa, i mercati finanziari sono andati piuttosto bene nel 2012, mentre l’economia reale crollava. “Le imprese italiane nel 2012 fallivano o licenziavano, ma chi aveva patrimoni liquidi e li investiva stava sempre meglio”. Come rimarca Fubini, quest’aumento di ricchezza è frutto delle politiche anti crisi messe in campo dalle istituzioni internazionali, proprio come lo è l’aumento della povertà registrato in questi ultimi anni. ” Ci sono pochi dubbi infatti su quali siano i fattori che hanno fatto salire le Borse e le quotazioni dei bond nel 2012: è stata la risposta delle grandi banche centrali, la Fed e la Bce, al rischio di collasso del sistema finanziario”. Fubini sottolinea come senza quest’azione delle banche centrali i poveri si sarebbero impoveriti di più in caso di default sovrani, però grazie a queste decisioni “pochi privilegiati lo sono diventati ancora di più. Ora tocca alle democrazie occidentali, non ai banchieri centrali, gestire le conseguenze di quest’ultimo morso della crisi”.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.