La Fiat riceve dall’Italia più soldi di quanti ne dia per espandersi all’estero

mercoledì, 20 novembre 2013

Su “La Repubblica” di oggi Federico Fubini illustra come la Fiat riceva dallo Stato più soldi di quanti ne versi. Il dato a cui si riferisce Fubini è quello della cassa integrazione, ed il rapporto tra contributi versati dall’azienda e finanziamenti ricevuti per la sospensione delle attività produttive. Il pezzo di Repubblica inizia ricordando le parole dell’Ad del gruppo, Sergio Marchionne, pronunciate prima di un incontro a Palazzo Chigi con Mario Monti: al governo non chiediamo nulla, disse il Ceo di Fiat. ” Marchionne voleva far capire che la sua azienda non reclamava sussidi o favori, chiedeva solo di poter operare nella cornice di un Paese competitivo. Il manager di Torino avvalorò le sue parole con una stima della posizione di Fiat all’Inps, l’ente che gestisce gli ammortizzatori sociali. I contributi versati dal gruppo per la Cig e la Cigs, la cassa integrazione ordinaria e straordinaria, erano superiori al ricorso che il Lingotto vi faceva. La prima azienda manifatturiera d’Italia non stava assorbendo risorse pubbliche, al contrario ne versava.Da allora quell’equazione sulla Cig si è rovesciata”. L’Inps non fornisce dati per tutelare la privacy delle aziende, ma anche le fonti del Lingotto confermano che molto probabilmente oggi l’azienda di Torino versi meno contributi rispetto ai soldi erogati a suo favore per finanziare la cassa integrazione. Nel 2012, sottolinea Fubini, c’era uno squilibrio di 1,6 miliardi nei conti di Inps per quanto riguarda la Cig, un buco che viene saldato dai soldi dei contribuenti. L’articolo de “La Repubblica” sottolinea però come questi soldi finanzino sostanzialmente la strategia di espansione all’estero del gruppo. Il 70% degli utili di Fiat-Chrysler vengono realizzati sul mercato nordamericano, mentre in Italia sono prodotte meno automobili di quelle che la stessa Fiat rivende sul nostro mercato. ” Nel 2012 il gruppo Fiat ha venduto in Italia 415 mila auto, il 46% meno rispetto al 2007. Ma ne ha prodotte ancora di meno, solo 394 mila. Significa che persino l’unico grande costruttore italiano di auto è un importatore netto dei suoi stessi prodotti nel proprio paese di origine. Gli conviene farli fuori. L’Italia non viene più giudicato un posto nel quale produrre auto su vasta scala a condizioni economiche”. La Fiat produce dunque in modo limitato piccole automobili per il debole mercato italiano, più le vetture esclusive, come il Suv Maserati, che però occupano un numero molto contenuto di addetti. In questo modo la Cig viene erogata per non riempire di macchine invendute i piazzali di Mirafiori, Melfi e Cassino. A Melfi la Punto si fa su sola linea, a Pomigliano nonostante i buoni risultati della Panda si ricorre alla Cassa integrazione. Alla Sevel di Atessa ci sono state venti giornate di cassa nei primi dieci mesi dell’anno. Una situazione che svela un paradosso in questo saldo positivo tra Fiat e lo Stato italiano, per quanto riguarda la cassa integrazione. ” Continuare la Cig significa per il Lingotto avviare una riduzione degli effettivi grazie all’attrito dei pensionamenti. Non si può imporre a nessuna impresa, aiutata o no, di lavorare in un luogo che non considera competitivo. Ma così le risorse pubbliche italiane trovano un ruolo nella strategia internazionale di Fiat: stavolta, a differenza dagli anni ‘70, non per attrarre produzioni nel paese”.

 

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.