La Gran Bretagna di Cameron contro uno dei pilastri dell’Europa, la libertà di movimento

giovedì, 28 novembre 2013

David Cameron è intervenuto ieri sulla prima pagina del Financial Times per attaccare l’Unione Europea prima del vertice di Vilnius. In questi giorni gli stati membri dell’UE discuteranno in Lituania di come ricomporre la ferita apertasi con il no dell’Ucraina all’associazione, uno stop che ha palesato ancora una volta come la Russia spacchi l’Europa impedendone una politica comune per quanto riguarda il suo “allargamento” ad Est. Il vertice a Vilnius ha fornito un perfetto assist a Cameron per criticare in termini molto duri l’invasioni di immigrati bulgari e rumeni subita dal Regno Unito. Dall’inizio del 2014 i cittadini dei due paesi dell’Est Europa potranno muoversi liberamente all’interno dell’UE, acquisendo così, dopo una sospensione iniziale, uno dei diritti fondamentali fissati dai Trattati. La libertà di movimento, delle persone così come delle merci o dei capitali, è la stessa essenza dell’unificazione degli stati europei, ma Cameron scrive sul “Financial Times” che essa vada ripensata. Il contenuto veramente nuovo, e destabilizzante, dell’editoriale del premier britannico è il suo attacco ad uno dei pilastri fondamentali dell’UE, anche se nella prima parte dell’articolo c’è una filippica contro i migranti rumeni o bulgari che dormono per le strade invece di lavorare, con la promessa ai suoi cittadini che essi non beneficeranno del Welfare britannico. La Commissione europea ha reagito duramente alle parole di David Cameron, parlando di “messaggio isterico”, rimarcando come il turismo dei sussidi descritto dal premier conservatore sia in realtà limitato. Il solitamente placido Barroso e la sua vice lussemburghese, Viviane Reding, hanno ribadito l’ovvio, ovvero che la libertà di circolazione dei cittadini è un pilastro dell’architettura istituzionale, sociale, economica e politica dell’Unione Europea. L’aggressione di David Cameron, parecchio confusa, si spiega più probabilmente con le difficoltà interne del primo ministro. I Conservatori da lui guidati sono da tempo rilevati parecchi punti dietro ai laburisti, e anche se il boom mediatico e demoscopico pare essersi esaurito, gli indipendenti dello UKIP potrebbero esplodere alle prossime europee, lanciandosi così nel modo migliore per le elezioni britanniche del 2015. Per reagire all’avanzata dell’euroscetticismo Cameron ha già convocato un referendum sull’Unione Europea, ora è arrivata questa nuova mossa.

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