Magistratura di Milano: la legge sulle droghe leggere è incostituzionale

venerdì, 29 novembre 2013

Il Gup di Milano Andrea Salemme, su richiesta degli avvocati,  ha sollevato davanti alla Consulta l’eccezione di incostituzionalità sulla legge del 2006 che equipara le droghe leggere agli stupefacenti pesanti per i fini sanzionatori. Lo riporta oggi sul “Corriere della Sera” Luigi Ferrarella. La legge, la numero 49 del 2006, era già finita nel mirino della Corte di Cassazione per le modalità di approvazione: si tratta di un decreto del governo riconvertito dal Parlamento, che stanziava fondi per la sicurezza delle Olimpiadi invernali svoltesi a Torino più di sette anni fa. Come da pessima abitudine del legislatore italiano, nel decreto venivano attaccate disposizioni che nulla c’entravano con il primo oggetto dell’articolato normativo. Il Gip Salemme rimarca come “il governo sfruttato il treno in corsa dei binari ad alta velocità del decreto legge delle Olimpiadi invernali di Torino per realizzare una vera e propria riforma del diritto penale sugli stupefacenti”. In questo modo è stato arrecato un vulnus alle prerogative del presidente della Repubblica, che non “fu messo in grado di esercitare il sindacato riservatogli, visto che le Camere erano ormai sciolte e fermare il decreto significava mettere a repentaglio lo svolgimento delle Olimpiadi di Torino. Il giudizio del giudice milanese però non si ferma a questo pesante giudizio di forma, ma va anche al merito della normativa che equipara la sanzione per le droghe leggere a quella per le droghe pesanti. Per Salemme si palesa infatti un contrasto col diritto europeo: ” Norme sproporzionate, perché appaianti droghe leggere e pesanti, in contrasto con la decisione-quadro del Consiglio del 2004. La disciplina comunitaria impone agli Stati di adottare pene detentive effettive, dissuasive ma anche proporzionate, ovvero “differenziate nella risposta repressivo-punitiva a seconda ex ante della pericolosità ed ex post della dannosità dello stupefacente”.

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