The Economist premia l’Uruguay di Pepe Mujica Paese dell’anno

venerdì, 20 dicembre 2013

The Economist ha incoronato l’Uruaguay di Pepe Mujica come il Paese del 2013. Una coppia inaspettata, visto l’orientamento liberale del settimanale inglese, e le convinzioni socialiste del presidente dell’Uruguay e del suo partito, Fronte Ampio. The Economist rimarca di aver preso come criterio non le performance delle persone o l’impatto delle azioni dei governi sull’immediato, ma le riforme che aprono la strada per migliorare non solo la vita di una nazione, ma bensì, in caso di emulazione, di tutto il resto del mondo. Una di queste svolte legislative e sociali è il matrimonio gay, una riforma che per The Economist ha aumentato il grado di felicità impatto senza alcun costo finanziario. “L’Uruguay, come altri paesi, ha introdotto le nozze omosessuali, ma il governo di Montevideo è stato l’unico ad approvare una legge per legalizzare e regolamentare la produzione, vendita ed il consumo della cannabis. Questo è un cambiamento molto rilevante, che danneggia i criminali e permette alle autorità di concentrarsi su reati più gravi, che nessun’altra nazione ha realizzato”. The Economist rimarca che l’esempio dell’Uruguay fosse imitato, il danno provocato da simili droghe sarebbe drasticamente ridotto. Il settimanale inglese trova inoltre meritevole di grande apprezzamento l’uomo che guida l’Uruguay, Pepe Mujjca. “Con inusuale franchezza per un politico ha definito la nuova legge come un esperimento. Vive in una modesta casa di campagna, va al lavoro guidando un Maggiolino e vola in classe economica. Umile ma coraggioso, progressista e amante del divertimento, l’Uruguay è il nostro paese dell’anno”, conclude The Economist, che premia così un paese governato da un ex Tupamaro, i guerriglieri marxisti che negli anni sessanta combattevano contro la dittatura in Uruguay.

 

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