Luigi Tivelli, il lobbista che infinocchia i pivelli

sabato, 21 dicembre 2013

Bel colpo del M5S che ha diffuso una telefonata compromettente del lobbista intento a sfoggiare l’elenco degli alti burocrati e dei professori da lui avvantaggiati, riuscendo a evitare loro decurtazioni di reddito significative, nello sprint finale dlla legge di stabilità. Ora che a Montecitorio ne è stato diffuso il nome, Luigi Tivelli, una lunga carrira di consigliere parlamentare, guardo la sua fotografia e in effetti riconosco di averlo visto più volte lungo i famosi corridoi dei passi perduti. Anche se non ho mai saputo che mestiere facesse e non ci ho mai scambiato una parola.
Lobbista, ok. Non mi scandalizza. E’ un mestiere esercitato in tutte le sedi istituzionali del mondo. Il periodo in cui il Parlamento discute la legge di bilancio dello Stato è per i lobbisti, naturalmente, un momento di frenetico attivismo. Abolirli sarebbe un’utopia e, al posto loro, lo spazio sarebbe immediatamente riempito da altri “consulenti”. A quanto leggo su Google, Luigi Tivelli offre i suoi servizi attraverso apposito studio professionale e vanta numerose pubblicazioni, alcune delle quali firmate con altri potenti come l’ex Ragioniere dello Stato, Andrea Monorchio.
Anzichè urlare in aula per la scoperta dell’acqua calda, come hanno fatto oggi i grillini, sarebbe bene procedere alla regolamentazione trasparente di questa attività lobbistica. Ma anche questo non basta: sono i partiti politici che dovrebbero imparare a non lasciarsi infinocchiare come pivelli dai vari Tinelli in circolazione. Negli ultimi giorni, sulle più varie questioni, da Telecom alle slot-machine, passando per i tetti agli stipendi dei dirigenti pubblici e per l’annullamento di multe comminate dalle amministrazioni locali, troppe volte i deputati e i senatori hanno votato secondo le convenienze di qualcuno anche se hanno giurato di rappresentare l’interesse generale della nazione.

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