L’ottavo messaggio fu per l’appunto quello di troppo

martedì, 31 dicembre 2013

Napolitano ha un bel ricordare che la sua rielezione gli fu accoratamente richiesta da schieramenti politici opposti. A noi resta il dubbio che dal Quirinale lui stesso non tifasse per personalità ben schierate in una logica bipolare, come Romano Prodi. Fatto sta che la sua rielezione, sia stata a lui imposta contro la sua volontà o invece preparata da una sapiente manovra politica, rappresenta un’anomalia imbarazzante. Non è tanto quel che ha detto ma il contesto in cui lo ha detto. Difficile per lui fare i conti con l’infrangersi di una ipotesi di solidarietà nazionale (con Berlusconi dentro) oggi priva di una componente essenziale qual è la destra. Così l’ipotesi con cui s’è ricandidato, ovvero un’equidistanza fra i partiti, e un governo di larghe intese allargato alla destra berlusconiana, è naufragato. Per quanto pugnace sia apparso l’uomo del Quirinale, vederlo lì a concionare per l’ottavo anno di fila è parso oggettivamente eccessivo.

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