La Grande Bellezza e Il Capitale Umano: ci vuole il cinema per guardarci dentro

lunedì, 13 gennaio 2014

Ieri ho visto quel nuovo formidabile racconto dell’Italia contemporanea che è “Il capitale umano” di Paolo Virzì. Una storia così vera da interrogare la coscienza di ciascuno di noi sulle brutture che si accompagnano alla ricerca di un malinteso benessere. Attori formidabili, sceneggiatura fin troppo perfetta nella sincronia di montaggio. Esci dal cinema ammirato e turbato.
Oggi apprendiamo che “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino ha vinto i Golden Globe, confermandoci una caratteristica del suo cinema visionario: Sorrentino sa scavare nel profondo della nostra società col genio di chi le rivolge uno sguardo visionario. Fece così con “Il Divo”. E “La grande bellezza” resterà fra le opere importanti del cinema italiano, nonostante che molti italiani fatichino a misurarsi col suo evolversi senza trama, proprio per la profondità di questo approccio, il quale giunge a noi familiare, fin troppo intimo. Spiegherei così perchè un tale capolavoro piaccia di più agli stranieri che agli italiani. Per quanto riguarda me, posso dire che “La grande bellezza” viene fuori alla distanza, quando ti accorgi che le scene, le dinamiche, i personaggi del film ti sono rimasti dentro. Confesso di aver tirato un sospiro di sollievo, guardando il film di Sorrentino per il fatto di non essermi trasferito mai definitivamente in quella città ammaliatrice che è Roma. Mi tenta, ma giro al largo, solo visite brevi!

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