Clima da rissa alla Comunità ebraica di Roma, scissione in vista?

mercoledì, 15 gennaio 2014

La Comunità ebraica di Roma ha organizzato ieri sera un dibattito sul libro “La Sinistra ed Israele”, moderato da Lucia Annunziata, a cui hanno partecipato Emanuele Fiano, deputato del Pd, e il direttore di “Limes” Lucio Caracciolo. La serata è stata caratterizzata dalla forte contestazione di alcuni esponenti della Comunità ebraica, sostenitori del presidente Pacifici. Alcuni testimoni lamentano episodi al limite dell’aggressione fisica, portati nei confronti di chi esponeva una tesi diversa rispetto alla loro, prevalente all’interno della stessa Comunità Ebraica. Uno dei storici leader dell’anima progressista dell’ebraismo romano, Giorgio Gomel, non ha potuto neppure parlare. In sala è comparso uno striscione, “Torna a Gaza, Giorgio”, che ha cristallizzato il clima minaccioso dell’intera serata. Anche il giovane rappresentante del Partito Democratico di Roma, Tobia Zevi, non ha potuto intervenire, in seguito alle contestazioni subite da alcuni presenti in sala. Gomel e lo stesso Zevi sono dovuti uscire dalla sala sotto la protezione della polizia, intervenuta per calmare una situazione degenerata sin dall’inizio. Il clima di accesa contrapposizione, da alcuni testimoni lamentato come violento, è stato tale che lo stesso Lucio Caracciolo non ha potuto concludere il suo intervento. La moderatrice Lucia Annunziata ha preferito chiudere il dibattito dopo che la tensione è esplosa in sala. Alcuni esponenti della Comunità ebraica di Roma danno la responsabilità di quanto accaduto al presidente Riccardo Pacifici, che avrebbe fomentato il clima di contrapposizione. Così cita la testimonianza di uno dei presenti all’incontro di ieri sera: “ I suoi fedelissimi non hanno fatto che interpretare nel modo previsto e voluto il suo ipocrita “appello alla non-violenza” in cui sottolineava: “Voglio continuare a detestare sia Tobia che Gomel forte delle nostre idee e delle nostre ragioni, che storicamente siamo sempre stati più bravi di loro ad esporre in ogni sede” e prevedeva (meglio: suggeriva):“Sono certo che ci saranno contestazioni”. Lo scontro aperto, neanche troppo letterale, svoltosi ieri potrebbe segnare l’inizio di una scissione all’interno della Comunità ebraica della capitale, la più grande del nostro paese. L’anima progressista dell’ebraismo romano, vista l’intolleranza subita a più riprese, potrebbe formare una nuova Beit Hillel, una Keillah per ora piccola, ma plurale, che ha un lato religioso – un rabbino, regolare funzioni – con il proposito di organizzare anche attività culturali. Una nuova struttura che però potrà nascere solo dopo un atto di dissociazione collettivo rispetto all’attuale organizzazione dell’ebraismo di Roma.

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