Il viavai fra politica e banche resta sbagliato quand’anche lo pratichi l’ottimo Chiamparino

mercoledì, 15 gennaio 2014

Invano nel passato mi sono rivolto a Bersani affinché chiarisse la linea del Partito Democratico sul rapporto fra politica e affari. Più di recente ho ottenuto una risposta significativa, di metodo generale, dall’attuale presidente dell’Assemblea nazionale, Gianni Cuperlo. Dal segretario Matteo Renzi si sono udite prese di distanza rispetto al metodo dalemiano su Telecom e proclami di non ingerenza su Montepaschi, ma nessuna prescrizione indirizzata agli iscritti democratici direttamente interessati.
Ora l’occasione è giunta per un pubblico chiarimento. Ce la fornisce una persona che stimo e di cui sono amico, il che mi consente di ragionare nella massima serenità. Sergio Chiamparino è stato un ottimo sindaco di Torino. Sbagliando, i vertici del Pd al termine del suo mandato non l’hanno saputo valorizzare assegnandogli funzioni di direzione nazionale in cui si sarebbe dimostrato prezioso. Nel 2010, quando si pose la necessità di una candidatura forte alla regione Piemonte, ricordo bene le parole scherzose con cui Chiamparino rigettò l’ipotesi di passare da sindaco a governatore: “Guai a ripetere l’errore di Bassolino. Se hai fatto bene il sindaco, poi è sano girare al largo”. Le trovai sagge, anche se Chiamparino sarebbe stato un ottimo governatore del Piemonte. Così, sostenuto fra gli altri azionisti pure dal suo successore Fassino, Chiamparino è stato nominato presidente della Compagnia di San Paolo, cioè di una fondazione che pesa assai nella distribuzione di risorse sul territorio piemontese ma anche negli equilibri della più grande banca italiana: Intesa Sanpaolo. Per quel che ne capisco, ha lavorato bene anche lì, mettendo a frutto la sua formazione economica e la sua conoscenza dei problemi reali.
E’ accettabile ora che, vista la grave crisi della Regione Piemonte, lo stesso Chiamparino faccia marcia indietro e torni alla politica guidando un ente che figura tra gli azionisti della fondazione bancaria da lui presieduta? Ripeto. La persona è ottima. Ha le migliori chances di vincere le elezioni. Sarebbe senz’altro un presidente di regione all’altezza della sfida. Ma, c’è un ma grande come una casa. A mio parere, con rammarico, è un ma insormontabile. Lo “sliding doors” fra banca e politica non solo nega l’autonomia del sistema creditizio invocata a gran voce dai leaders democratici; questo viavai reitera altresì uno snaturamento della funzione del partito politico che ha già provocato gravi danni. Dare il cattivo esempio attraverso il buon Chiamparino, comprometterebbe la credibilità del nuovo corso del Pd in materia economica. Spiace, ma è così.

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