Renzi: senza riforme da fare con tutti il PD scompare

giovedì, 16 gennaio 2014

Matteo Renzi ha preso parola nella prima direzione nazionale del PD riunitasi dopo la sua elezione a segretario con le primarie dell’8 dicembre. Il leader democratico ha definito una proposta di riforma elettorale con un premio di maggioranza che assicuri la governabilità come i “paletti delle primarie” da rispettare. Per sé ma sopratutto per la direzione, di cui Renzi ha sottolineato con grande enfasi il ruolo. Il “parlamentino” del PD registra al momento una maggioranza a favore del segretario, a differenza dei gruppi parlamentari, e lo stesso sindaco di Firenze ha ribadito come essi si dovranno adeguare alla volontà del partito espressa appunto dalla direzione. Una sottolineatura che sembra anche una risposta a Roberto Formigoni, che su Twitter aveva scritto a Renzi dicendogli come senza un modello elettorale adeguato il voto segreto con cui si vota la legge elettorale gli avrebbe provocato qualche scottatura.

Alla direzione mancava Enrico Letta, ed al governo Renzi non ha risparmiato qualche bordata, anche se l’ambizioso programma di riforme dovrebbe assicurare una vita piuttosto lunga all’esecutivo. Oltre ad una legge elettorale che assicuri governabilità, Renzi ha infatti proposto riforme costituzionali quali una modifica del Titolo V, che disciplina i rapporti tra Stato centrale ed enti locali, in particolare le Regioni, così come l’addio al Senato. Questo pacchetto di riforme deve essere condiviso con tutti, e sarà il cuore dell’iniziativa del Partito Democratico nei prossimi mesi. Senza riforme, ha rimarcato il segretario, il PD rischia un forte arretramento alle prossime elezioni europee. L’impegno a fare le cose è un altro “paletto delle primarie” ribadito dal sindaco di Firenze, che ha poi evidenziato come l’azione riformatrice del partito non potrà limitarsi alle riforme istituzionali, ma dovrà essere particolarmente incisiva sul tema che più interessa le persone, ovvero il lavoro. In merito al Jobs Act Renzi ha parlato relativamente poco rispetto al suo intervento complessivo, ma ne ha sottolineato la qualità di proposta innovatrice. Il segretario ha chiesto un mandato per chiudere al più presto su legge elettorale e riforme da incardinare in Parlamento, evidenziando come per realizzarle si dovrà parlare con tutti, ovviamente anche con Silvio Berlusconi. La polemica dei “bersaniani” sul luogo dell’incontro tra Renzi ed il leader di Forza Italia è stata definita surreale.

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