Nel suo intervento davanti alla direzione del PD Matteo Renzi illustra l’accordo con Forza Italia, definito uno straordinario passo in avanti. Il primo punto è la riforma del Senato della Repubblica, che non sarà più elettivo. Etnro il 15 febbraio verrà incardinato a Palazzo Madama un disegno di legge costituzionale per il superamento del bicameralismo perfetto. La fiducia spetterà solo alla Camera dei Deputati, e i parlamentari eletti diminuiranno così dai 945 attuali ai 630. Altro punto dell’intesa con Berlusconi è la riforma del Titolo V della Costituzione, per ripensare l’attuale divisione delle competenze legislative tra Stato centrale e Regioni. Sarà cancellata la materia concorrente tra governo e amministrazioni regionali, così come torneranno a livello statale le competenze di energia e turismo. Questa riforma sarà di tipo costituzionale, mentre a livello ordinario verranno presentati norme per ridurre i costi della politica, che insieme all’addio al Senato è stimabile secondo Renzi a circa un miliardo di euro. I consiglieri regionali guadagneranno come i sindaci del capoluogo, e saranno aboliti i rimborsi delle spese dei gruppi che sono stati al centro dei più recenti scandali. Il terzo punto è lo stop al ritorno della Prima Repubblica, con un no secco al proporzionale con soglia di sbarramento del 4% previsto dalla sentenza della Consulta dopo la bocciatura del Porcellum. Renzi rivendica l’autonomia del sistema elettorale che propone, suggerendo di chiamarlo Italicum, basato sul no al potere dei piccoli partiti e sulla certezza di un vincitore. I seggi saranno distribuiti su base nazionale, a differenza del modello spagnolo, e il premio di maggioranza sarà assegnato a chi ottiene una soglia di minima del 35%, ed il premio di maggioranza potrà essere al massimo del 18%. Chi prenderà il 35% otterrà il 53% dei seggi, chi invece il 37% il 55% e così via. Se invece nessuna coalizione o partito ottenesse il 35%, le prime due coalizioni, senza potersi apparentare, andranno al ballottaggio. Chi vince al secondo turno otterrà il 53% dei seggi. Le soglie di sbarramento sono del 5% per le liste coalizzate, dell’8% per chi non si coalizza e del 12% per le coalizioni. Le circoscrizioni saranno 120, quattro volte sopra il Porcellum, e le liste saranno bloccate. Renzi conferma le primarie per comporre la lista dei parlamentari, ed il vincolo assoluto della rappresentanza di genere.