L'”amico cancro” e il dolce commiato di Claudio Abbado

martedì, 21 gennaio 2014

Mi hanno molto colpito le testimonianze sugli ultimi anni di vita di Claudio Abbado che avrebbe rivendicato “amicizia” con la sua malattia, grazie alla quale ha riscoperto legami e valori fondamentali del vivere. Analoga esperienza fu raccontata da Tiziano Terzani nel suo prezioso libro “Un altro giro di giostra”. La saggezza di persone capaci di accettare perfino gli insegnamenti di un tumore insinuatosi nel loro corpo, trattandolo come una parte di sè invece che come un nemico, un estraneo. Ne è derivata per Abbado, così come per Terzani, una stagione di speciale creatività: i critici musicali spiegano che nei suoi ultimi anni Abbado ha reinterpretato con inedita libertà le sue esecuzioni dei classici, a cominciare da Beethoven. Raggiungendo vette straordinarie. Quando verrà il mio turno, mi auguro di essere capace di seguire l’insegnamento di questi uomini grandi d’animo e forti di cultura. Lunedì andrò con la mia famiglia in piazza della Scala per l’ultimo omaggio a Abbado della “sua” orchestra, diretta da Daniel Barenboim.

P.S. La figura di Abbado ha indispettito molti ottusi benpensanti che non riuscivano a capacitarsi di come un uomo di successo e benestante potesse manifestare tanta sensibilità ai temi della giustizia sociale e della democrazia. Spiace per la loro miopia.

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