Attenti perché la scissione del Pd può convenire a molti

giovedì, 23 gennaio 2014

Stasera verrò intervistato da Giulia Innocenzi all’interno del “Servizio Pubblico” di Michele Santoro su La7. Ma vorrei segnalare in anticipo che, nonostante le dichiarazioni di rito tutte contrarie alla scissione del Partito Democratico, varie convenienze rendono questo pericolo tutt’altro che scongiurato. La stessa proposta di riforma elettorale Renzi-Berlusconi-Alfano mette l’area della sinistra italiana in fibrillazione. Così com’è, taglia fuori Sel dal Parlamento e nello stesso tempo riserva alla benevolenza di Renzi quali e quanti esponenti dell’opposizione interna al Pd potranno diventare deputati. L’auspicio di riesumare un partito di sinistra, nel quale riunire Sel e l’ala anti-renziana del Pd (col vantaggio di poter superare la soglia di sbarramento), trova molti proseliti anche se per il momento circola silenziosamente. L’idea, una volta costituito il partito della sinistra, sarebbe poi di allearsi col Pd di Renzi ridimensionato; ma si sa come vanno queste cose: la sinistra frantumata di regola apre la strada alla vittoria della destra. Anche per questo, ma non solo per questo, considero sciagurata l’ipotesi di una scissione del Pd. Le linee culturali di separazione tra le diverse componenti riformiste, risulterebbero anacronistiche. Gli esiti, poi, penalizzerebbero il tessuto democratico già logoro di questo paese. Ma ciò non toglie che a molti nostalgici del partito di sinistra la scissione piaccia; e che a una parte dell’apparato politico convenga.

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