Allarme “riformista” di Velardi: i magistrati vogliono fermare il cambiamento di Renzi

venerdì, 24 gennaio 2014

La vera minaccia per Matteo Renzi non sono i cuperliani o l’altrimenti detta sinistra del Partito Democratico, ma i magistrati. Chi si oppone al cambiamento trova sempre come proprie alleate le procure del nostro paese, e il sindaco di Firenze vuole il cambiamento. Il sillogismo, che non è di Aristotele ma del più modesto (ovviamente solo in confronto al titano della filosofia greca) Claudio Velardi, si chiude dunque con questo avvertimento a Renzi: caro Matteo, le procure ti daranno la caccia, perché difendono gli interessi corporativi dell’Italia.  Un’ipotesi ripresa con grande enfasi dal sito de “Il Giornale”, che probabilmente non vedeva l’ora di trovare un alleato, al momento solo ipotetico, o fantascientifico, nella lotta alla magistratura politicizzata.  L’ex spin doctor di Massimo D’Alema, Claudio Velardi, diventato lobbista con “Reti” e poi editore, piuttosto sfortunato, con “Il Riformista”, denuncia la minaccia al cambiamento in Italia con un’intervista sicuramente affascinante al “Quotidiano Nazionale”. Ecco il passaggio forse più interessante, in grassetto le domande. ” La magistratura si muove a comando?«No, negli ultimi vent’anni la magistratura si è abituata a primeggiare sulla politica e non intende rinunciare al proprio primato». Dunque Renzi rappresenta una doppia minaccia.«Esatto: minaccia gli interessi costituiti perché vuole, e lo vuole davvero, ‘cambiare il Paese’. E in più è un politico forte e per i magistrati l’idea che la politica possa riacquistare la forza perduta è insopportabile».Renzi deve stare attento? «Attentissimo, e infatti a Firenze è in corso da tempo un lavorìo per trovare un qualche ossicino nascosto nei suoi armadi». Crede che Renzi ne sia consapevole? «Renzi è uomo prudente: sono sicuro che queste riflessioni le ha fatte e, se non intende recedere dal suo progetto riformatore, mi auguro abbia trovato dei canali di dialogo col sistema e delle leve da impugnare all’occorrenza».

Per onor di cronaca, Matteo Renzi è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti per danno erariale, a causa dell’inquadramento di alcuni assunti a tempo determinato nell’organico della Provincia di Firenze, all’epoca guidata dal leader del Partito Democratico. L’intera intervista a Claudio Velardi può essere letta sul sito del Quotidiano Nazionale.

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