Di fronte all’ignobile episodio della testa di maiale inviata per sfregio blasfemo e per minaccia al Tempio Maggiore di Roma, ho provato un disagio profondo. Traspare la volontà di offendere e umiliare l’altrui fede. L’allusione è violenta, attraverso il povero animale squartato. L’ignoranza viene mascherata con nozioni imparaticce sulle prescrizioni religiose altrui. Non è affatto vero che il maiale sia considerato un animale impuro, o da disprezzare, per gli ebrei. Semplicemente non rientra nella ristretta tipologia dei pochi animali di cui è concesso cibarsi, a determinate condizioni (mai vivi e/o sanguinanti). Chi ieri ha pensato di profanare il Tempio degli ebrei somiglia a chi in passato ha usato sempre il maiale per insolentire i musulmani. Magari portando un suino a passeggio sul luogo in cui doveva sorgere una moschea, o versandone dell’urina là dove gli islamici pregano. La mia solidarietà più affettuosa ai maiali, povere bestie innocenti.