Elsa Fornero: mi hanno impedito di limitare il potere di Mastrapasqua

lunedì, 27 gennaio 2014

L’indagine su Antonio Mastrapasqua, il presidente dell’Inps accusato di malversazioni sui fondi della previdenza per finanziare l’Ospedale israelitico di Roma, nosocomio di cui era direttore generale, hanno riacceso i riflettori sui molteplici incarichi del manager. In un’intervista concessa a “La Stampa” di lunedì 27 gennaio 2014 l’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero spiega di aver tentato di limitare il potere di Mastrapasqua, arrivato al verrtice dell’ente previdenziale nel 2008, ma di non esserci riuscita perché la politica ha messo il veto sull’operazione di ristrutturazione dell’Inps. La docente di Economia politica all’Università di Torino spiega che il governo Monti si era posto come obiettivo una gestione più collegiale dell’Inps, che ha oltre 27 mila dipendenti e gestisce il bilancio più grande d’Europa per quanto riguarda gli enti previdenziali. ” La sollecitazione era arrivata da più parti: le commissioni Lavoro di Camera e Senato e la commissione bicamerale sugli enti previdenziali avevano fatto pressioni per un nuovo progetto di governance dell’Inps. L’obiettivo era una gestione più trasparente e meno accentrata e a tal fine venne istituita una commissione ad hoc per rivedere la struttura dell’Ente. Purtroppo però, nonostante i vari impulsi ricevuti, la politica impedì il rinnovamento”. L’obiettivo della Fornero era limitare il potere personale di Mastroapasqua, costruendo una struttura decisionale più snella ed al contempo più bilanciata, visto il peso preponderante del presidente dell’istituto. “L’obiettivo era una gestione più decentrata del potere perché non si può avere troppo potere concentrato in una singola persona. Fu proprio questa l’indicazione della commissione composta da personalità con competenze trasversali e specifiche. C’erano un giudice della Corte dei Conti, un membro del Consiglio di Stato e un professore della Bocconi. Il loro giudizio fu unanime: quello di Antonio Mastrapasqua era un ruolo monocratico, mentre invece occorreva una gestione più snella con responsabilità più collegiali” . L’ex ministro del Lavoro rimarca però che alla fine hanno prevalso i misteri i limiti della politica, che impedirono il cambio della governance dell’Inps che era stato sollecitato da più parti.

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