La verità che non dice Grillo sullo “Stato pappone” e Electrolux

martedì, 28 gennaio 2014

Beppe Grillo prende posizione sul caso Electrolux sul blog, organo ufficiale del MoVimento 5 Stelle. Dal leader M5S parte un lungo attacco contro lo “Stato pappone”, colpevole della fuga di aziende come Electrolux sottoposte ad eccessiva pressione fiscale. “Electrolux leva le tende e taglia i salari e nessuno si chiede il perché. E’ il segreto di Pulcinella e di Saccomanni, quello che passa il suo tempo dentro un tunnel ad aspettare la luce. L’Italia ha tra i più bassi stipendi d’Europa e il costo del lavoro più alto. Non è una contraddizione. Quasi tutto si perde per strada come in una conduttura bucata. Tra l’azienda e le maestranze c’è il pappone: lo Stato. Un’azienda paga circa 2,5 volte lo stipendio reale: 1,5 allo Stato, 1 all’operaio o all’impiegato. Per dare 1.400 netti Electrolux ne sborsa circa 3.500. Sarebbe logico e corretto quindi che in una situazione di difficoltà, lo Stato rinunciasse a parte dei suoi ricchi e ingiustificati introiti e non il dipendente. E sarebbe alquanto meritorio se lo Stato non spolpasse le aziende e i lavoratori con una tassazione immonda e cominciasse immediatamente a diminuirla per dare ossigeno all’economia reale. Perché un’azienda straniera dovrebbe venire, o restare, in Italia? Per pagare più tasse a uno Stato che dilapida buona parte dei suoi incassi di 800 miliardi all’anno?”. La frase più rilevante, ed ingannevole, è l’ultima: secondo Grillo lo Stato dilapida buona parte degli 800 miliardi di spesa pubblica. Si potrebbe dare ragione o torto al leader del M5S, che fa un discorso non così dissimile da quello fatto da Davide Serra su Twitter, e ripreso questo mattina. Il finanziere noto per il suo sostegno politico a Matteo Renzi però fa un discorso  più onesto: per Serra la spesa pubblica è eccessiva, e va tagliata. Grillo invece parla di “dilapidare”, di “Stato pappone”, adeguandosi alla retorica dello spreco che da anni getta solo che fumo nel discorso pubblico italiano. Il costo del lavoro si può tagliare, ma nessuno  o quasi dice che è così elevato per il peso dei contributi che finanziano una massiccia spesa previdenziale. L’Irap, altro importante aggravio fiscale per le imprese, procura un fondamentale gettito, poco meno di un terzo, per il Servizio Sanitario Nazionale. Per fare interventi significativi sul costo del lavoro bisogna ridurre in modo pesante le prestazioni sociali dello Stato, magari con altre riforme stile  Fornero. Il ministro Saccomanni che mette in copertina nel suo post ha avuto il merito di essere onesto, parlando di taglio delle tasse sì possibile, ma solo con tagli dolorosi. Serra,  nel suo intervento alla Leopolda 2013,era stato ben più sincero da questo punto di vista. Accusare il “Pappone” che ruba i soldi degli italiani onesti è invece la classica demagogia da “RomaLadrona” che ha portato molti consensi alla Lega Nord, ma zero risultati. La propaganda non serve all’Italia, sopratutto per affrontare vicende così drammatiche come quella del caso Electrolux.

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