La battaglia di Obama contro la disuguaglianza tra ricchi e poveri

mercoledì, 29 gennaio 2014

Barack Obama si aggrappa alla sinistra per risollevare il suo secondo mandato presidenziale. Dopo una difficile partenza, coincisa con un sempre più deludente 2013, il leader degli Stati Uniti ha svolto ieri l’annuale discorso programmatico sullo stato dell’Unione, puntando tutto sulla lotta alla disuguaglianza. Una battaglia che può essere trainata dalla ripresa dell’economia statunitense, che dovrebbe portare ad un anno di svolta nel 2014. Il ritorno della crescita del Pil e la riduzione del deficit non bastano però al presidente, visto che i frutti della ripresa economica non sono distribuiti in maniera equa.  Obama ha rimarcato come la forbice tra ricchi e poveri sia aumentata in modo costante in questi anni, con profitti record per le aziende e listini azionari mai così alti, mentre i salari delle classi medie e basse sono rimasti indietro.  Troppe persone, ha rimarca il presidente, fanno fatica ad arrivare alla fine delle mese. Barack Obama ha promesso una serie di iniziative per ridurre la disuguaglianza, alcune delle quali saranno introdotte tramite gli ordini esecutivi, i decreti presidenziali che non hanno bisogno dell’approvazione del Congresso. Uno di questi sarà l’aumento del salario minimo per i lavoratori federali, che passerà da 7,25 a 10,10 dollari. Il presidente ha lanciato un’altra volta un appello al Congresso per l’aumento della retribuzione oraria minima, anche se per la normativa federale è necessario che anche i repubblicani siano d’accordo visto che controllano la Camera dei Rappresentanti. Barack Obama, alla luce dell’impossibilità di approvare una serie di misure progressiste con metà Congresso controllata dal Gop – nei presidenziali Usa nessuna legga può essere approvata senza il sì di Camera e Senato allo stesso testo – ha annunciato un maggior utilizzo della decretazione presidenziale. “L’America non rimarrà ferma, e neanche io lo farò. Ogni volta che potrò migliorare le opportunità degli americani senza passare attraverso l’iter legislativo, io lo farò”, ha annunciato il presidente. Il discorso, intitolato “Chance per tutti”, si è rivelato un manifesto programmatico che ha accolto la nuova sensibilità sociale diffusa tra i democratici, simboleggiata dalla vittoria di Bill De Blasio a New York City. Obama ha inoltre elencato alcuni punti programmatici, come la riforma dell’immigrazione o il contrasto al riscaldamento globale, che in questi anni non sono stati introdotti a causa delle divisione democratiche oppure dell’opposizione repubblicana. Il presidente ha chiesto un intervento che riduca la circolazione delle armi, altro punto che difficilmente supererà la scoglio del Congresso. In politica estera, che ha occupato uno spazio ridotto del discorso, Obama ha appoggiato la rivolta dell’Ucraina, sottolineando come tutte le persone abbiano diritto a vivere in un paese dove si possono esprimere liberamente. Il presidente ha chiesto di dare una chance alla diplomazia in merito al nuovo accordo sull’Iran, e ha sottolineato come le trattative svolte senza ricorrere alla forza abbiano portato alla distruzione delle armi chimiche in Siria.

 

merika steht nicht still – und ich werde das auch nicht”, sagte er. „Wo und wann immer ich Schritte ohne Gesetzgebungsverfahren machen kann, um die Möglichkeiten für mehr amerikanische Familien zu erweitern, werde ich das tun.”

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