Con o senza giacca, don Ciotti ha incontrato Francesco: come lo vedreste uno come lui alla guida di una nuova Cei?

venerdì, 31 gennaio 2014

Don Luigi Ciotti, uno dei più amati e rispettati sacerdoti italiani, fino a lunedì 21 gennaio scorso non aveva mai incontrato un papa, se si eccettua un contatto con Paolo VI in gioventù, mezzo secolo fa. Scherzando, ma non troppo, don Luigi amava ripetere: “Non posso essere ricevuto dal papa perché non ho una giacca da mettermi”. Un modo di spiegare attraverso una metafora la sua distanza di prete di strada rispetto al potere della Chiesa ufficiale. Una gerarchia che non aveva mancato di condannarlo, ad esempio, quando egli difese la necessità di ricorrere ai profilattici nella prevenzione dell’Aids. Sembra incredibile, ma nei cinquant’anni di vita del Gruppo Abele non c’è stato mai alcun contatto diretto con i vertici della Chiesa impersonati da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI.
Lo scorso lunedì 21 gennaio don Luigi Ciotti è andato in Vaticano e, a Santa Marta, ha incontrato papa Francesco. Con lui, nella parte conclusiva del colloquio, hanno partecipato altri due sacerdoti del movimento Libera contro le mafie. Un colloquio pieno di significati quando si prepara una svolta profonda nella guida della Conferenza Episcopale Italiana. Non so se don Luigi si è messo la giacca, e poco importa. Sono sicuro che i due si sono intesi nel profondo della loro spiritualità, e questa è una bella notizia che ci riempie di speranza.
Idea pazza: ma non ce lo vedreste uno come Ciotti alla guida di una rinnovata Cei?

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