Il mistero dei soldi di Renzi e gli aiuti di Verdini

sabato, 1 febbraio 2014

In prima pagina di oggi il “Fatto Quotidiano” titola su un’inchiesta condotta sui finanziamenti di Matteo Renzi. L’articolo, scritto da Davide Vecchi, ripercorre l’ascesa nazionale del segretario del PD scandendola con le attività delle sue fondazioni. Da quando Matteo Renzi è diventato uno dei nomi di peso della politica nazionale, prima come giovanissimo sindaco di Firenze, poi come esponente di punta del Po, la sua attività politica si è svolta sostanzialmente all’esterno delle strutture di partito. Per finanziare le quattro campagne elettorali che l’hanno portato ad essere, almeno oggi, il leader più importante della politica italiana, ovvero le primarie e le amministrative di Firenze, e poi le primarie 2012 e 2013, Matto Renzi si è servito dei finanziamenti raccolti dalle seguenti fondazioni: prime le associazioni Festina Lente e Link, e poi Big Bang, ora tramuta in Open. Gli uomini chiave della raccolta finanziaria di Matteo Renzi sono Marco Carrai e Alberto Bianchi, che affiancano Renzi rispettivamente dal 2007 e dal 2009. In totale queste fondazioni hanno raccolto più di quattro milioni di euro, una somma piuttosto ingente per la politica italiana, grazie ad eventi e cene organizzate su tutto il territorio nazionale. Davide Vecchi rimarca come nè Carrai nè Bianchi abbiano voluto spiegare le provenienze dei finanziamenti raccolti in questi anni, un silenzio che alimenta qualche perplessità alla luce di quanto racconta il giornalista del “Fatto”. La Fondazione Big Bang ha chiuso il 2012 con una perdita di 500 mila euro, mentre ora la nuova Open, che è la stessa struttura con una dirigenza diversa, è riuscita a contenere le perdite. Merito anche del finanziamento chiesto ai parlamentari renziani, che hanno versato 800 euro al mese per ripianare le perdite causate dalla costosa campagna per le primarie del 2012, quelle perse anche malamente contro l’allora segretario Bersani. Nel 2013 la Fondazione Open ha raccolto 900 mila euro, 300 mila in più rispetto ai finanziamenti ricevuti dalla Big Bang nel 2012. L’associazione Festina Lente è invece stata la  invece la struttura della corrente renziana che ha raccolto meno soldi. L’elemento curioso è che il suo primo atto è l’accensione di un mutuo da 72 mila euro ottenuto dalla Banca di credito cooperativo di Cambiano di Paolo Regini, influente sostenitore di Renzi. L’istituto di credito, rimarca Vecchi, è stato utilizzato anche per le primarie 2012.  Un mutuo servito per ripianare il debito della campagna per le amministrative 2009 del sindaco di Firenze. Molto più attiva è stata la Link, che ha raccolto 750 mila euro. A firmare l’atto costitutivo di questa fondazione c’è anche Andrea Bacci, che nel 2008 fu intercettato al telefono con Riccardo Fusi (ex patron del gruppo Btp condannato a due anni in primo grado per i lavori alla Scuola marescialli e imputato per il crac del Credito cooperativo fiorentino di Denis Verdini e indagato per bancarotta fraudolenta) per organizzare un viaggio di Renzi a Milano in elicottero, saltato due volte. Ecco come Davide Vecchi descrive l’attività di Link. ” I primi due anni di vita chiudono con un resoconto finanziario in avanzo di 22 mila euro, a fronte di una raccolta complessiva di circa 200 mila in 24 mesi. Tutt’altra musica nel 2009, anno delle primarie e delle amministrative, quindi fondi che vanno ad aggiungersi a quelli dichiarati dal Comitato. Link spende 330 mila euro e chiude con una perdita di 154 mila. Che viene in parte appianata nel 2010 attraverso erogazioni liberali ricevute per 156.350 euro e in parte nel 2011, ultimo anno di vita dell’associazione Link che termina la sua esistenza con una perdita di 3.500 euro. Complessivamente questa associazione raccoglie e investe nell’attività politica di Renzi circa 750 mila euro. Da dove arrivano queste “erogazioni liberali”? ” Le risposte alla domanda posta dal giornalista del “Fatto” non sono arrivate, anche se uno dei fondatori, Vincenzo Cavalleri, direttore servizi sociali di Firenze, ne descrive così le attività. ” avalleri, infine, ha risposto. Al telefono, non alle domande sui donatori dei quali, ha detto, “non so niente”. Però ci ha spiegato che “l’associazione è una delle scatole a cui ho partecipato, non ho molte informazioni, non ho mai neanche partecipato agli incontri che organizzava”. Che tipo di incontri? “Raccolta fondi ma non solo, non faceva attività politica però, erano incontri sociali diciamo”. Sociali? “Sì, eventi promozionali per diciamo sviluppare le idee di cui Renzi era portatore”. E cene elettorali? “Non ricordo”.  L’ultima parte dell’inchiesta di Davide Vecchi riguarda invece i rapporti con Denis Verdini, plenipotenziario di Silvio Berlusconi, banchiere toscano e figura chiave della recente trattativa sull’Italicum. ” Nel 2009 l’allora rottamatore sedette al tavolo d’onore insieme a Verdini e consorte alla festa de Il Giornale della Toscana . Presenti tutti i parlamentari forzisti dell’epoca: Mazzoni, Parisi, Bonciani, Amato e altri. E mesi dopo partecipò a un evento organizzato dalla signora Verdini, Maria Simonetti Fossombroni. Molti del Pdl ricordano inoltre che la scelta di candidare sindaco nel 2009 l’ex calciatore Giovanni Galli fu considerato un “r e g alino” al giovane prodigio Renzi. Che lo asfaltò. Verdini non ha mai negato la propria simpatia per il rottamatore. Dal centrodestra sono mai arrivati fondi alle associazioni di Renzi?” si chiede Vecchi retoricamente, rivolgendo la domanda a Bianchi e Carrai, che però preferiscono non rispondere. La chiosa finale dell’articolo del “Fatto” rimarca come la trasformazione della storica libreria fiorentina Martelli in un negozio Eataly sia stata realizzata proprio dalla società di Carrai. Eataly appartiene a Farinetti, noto sostenitore, anche economico di Renzi, e nel palazzo di fronte c’è curiosamente proprio la sede di Open, la fondazione del sindaco di Firenze, dove si è riunita la segreteria nazionale del PD. A quella riunione hanno partecipato i due membri dell’esecutivo di Renzi, Luca Lotti e Maria Elena Boschi, che sono gli unici due politici, insieme a Bianchi e Carrai, che sono stati nominati ne consiglio direttivo di Open.

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