Federico Mello: È facile manipolare la Rete se sai come farlo

lunedì, 3 febbraio 2014

Pubblico sul blog questa riflessione di Federico Mello pubblicato su L’HuffingtonPost

Un tempo mi battevo per diffondere “la Rete”, le sue possibilità di confronto e di maggiore democrazia.

Solo 5 anni fa, quando ancora non si era all’apice – come ora – del turbocapitalismo digitale orientato solo ai click a scapito dei contenuti; speravo, speravamo in molti, che Internet avrebbe fatto avanzare l’umanità.

Oggi, invece, non si può più tacere davanti alle manipolazioni più becere portate avanti via bit. Di queste, ancor più in campo politico, Gianroberto Casaleggio è uno dei più grandi esperti al mondo. Ha cominciato fin dall’inizio, infiltrando troll e provocatori nel blog, sui meet-up, nei sondaggi online, nelle pagine Facebook pubbliche. Continua ancora oggi quando i nove milioni di voti ricevuti per “migliorare la politica” dovrebbero spingerlo ad un comportamento più responsabile.

Sul web la manipolazione è un gioco da ragazzi. Avete presente l’installazione di qualsiasi nuovo software? La domanda del programma è: vuoi installare la versione “standard” o “personalizzata”? La versione “standard”, oltre ad avere questo nome così rassicurante, è spesso anche la “versione consigliata”, quella che il produttore ha interesse a farti installare: state certi che oltre il 95% degli utenti installerà quella.

In Rete funziona tutto così, ovunque. Chi dispone di uno spazio digitale può orientare le scelte come vuole. Se si tratta di un movimento politico controllato da uno solo (come i 5Stelle), quell’uno seduto su uno dei blog più visti al mondo (e su milioni di fan e di follower) può decidere per cosa far votare e per cosa no; a chi dare più spazio e a chi meno; quale argomento è giusto discutere (la legge elettorale) e quale non richiede alcun confronto (l’impeachment a Napolitano), quale risposte istigare usando le giuste domande (“Che faresti in auto con la Boldrini?“). In rete, uno non vale uno, al contrario. Chi è forte detta legge, gli altri, al massimo, lasciano qualche commento.

Due manipolazioni sono partite oggi dai profili social che fanno capo all’ampia galassia di grande capo Casaleggio. Tutto ruota intorno all’intervento di Laura Boldrini a “Che tempo che fa”. Al netto delle opinioni e delle critiche più che legittime, il presidente della Camera ha detto chiaramente che chi ha lasciato commenti sessisti online è un “potenziale stupratore“. Un ragionamento che non fa una piega: così tutti definiremmo chi minaccia sessualmente una qualsiasi donna.

Per capire questo ragionamento bisogna però ascoltare tutta la risposta di Laura Boldrini a Fabio Fazio (dal minuto 9:00 in questo video). Invece, online, è stata estrapolata una frasein un video – realizzato dal gruppo 5Stelle Camera – di 20 secondi che finisce con un taglio che tronca la frase e dà tutto un altro senso al ragionamento.

Non è bastato: è comparso sull’account Facebook di Grillo anche un falso tweet di Laura Boldrini che ripeteva la stessa manipolazione del video (io stesso, che lo avevo letto per caso ieri sera, l’avevo preso per vero e mi ero fatto una opinione a riguardo). Con questi due contenuti, ampiamente rilanciati, passa così tutta un’altra verità: Laura Boldrini definisce “potenziali stupratori” chiunque legga il blog di Grillo – me compreso. Peccato che non sia vero, e che la discussione venga così spostata: nessuno parla più della violenza di quei commenti.

Che la prima forza politica nazionale si presti a questi trucchetti dispiace e inquieta. Da sempre la politica utilizza manipolazioni. Ma con la Rete ha fatto un passo avanti.

Ricordate il libretto patinato “Una storia italiana” che Silvio Berlusconi inviò a milioni di italiani? Era anche quello inquietante e manipolatorio, ma sollevava i nostri anticorpi mentali: era chiaro che a mandarlo era Berlusconi e che aveva tutto l’interesse a far passare una sua verità di comodo. Su Internet siamo tutti più scoperti: molti contenuti creati ad arte sembrano venire “dal basso” – come il tweet ripreso da Grillo che “sembra” terribilmente vero -, e abbattono i nostri anticorpi nascondendoci informazioni fondamentali sfruttando la nostra scarsa attenzione.

Per tutelare la Rete e la politica, chi conosce e ama il web non dovrebbe prestarsi a questi giochini. E tanto meno dovrebbe farlo chi aveva creato una forte speranza di cambiamento dopo gli anni del marketing e delle televendite e ora fa di tutto per farci sprofondare nelneuromarketing più spinto.

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