Gli ultimi sondaggi portano qualche brutta notizia in casa democratica. Dopo settimane di favore mediatico seguito alla vittoria di Matteo Renzi di primarie, ed alla scossa rilevante apportata al sistema politico italiano che ne è seguita, con l’annunciato patto per le riforme istituzionali, le intenzioni di voto rilevano come la situazione per il Partito Democratico non sia così positiva come si potrebbe supporre. I dispiaceri arrivano da due fonti “amiche”, ovvero “Ballarò” e “La Repubblica”, una trasmissione TV e un quotidiano di certo non ostili al maggior partito del centrosinistra. Il sondaggio settimanale che Nando Pagnoncelli presenta ai telespettatori del talk show politico di Giovanni Floris hanno confermato i dati già rilevati da Ipsos per il “Corriere della Sera”: in caso di ipotetiche elezioni svolte in questo momento vincerebbe di nuovo Silvio Berlusconi grazie al premio di maggioranza dell’Italicum.
Il sondaggio di Pagnoncelli ha messo in agitazione molti sostenitori del PD sui social network di ieri, tanto che perfino Stefano Ceccanti, uno degli ideatori della “vocazione maggioritaria”, ex senatore democratico e politologo di vaglia, ha puntualizzato che con un partitino potenziale alleato del PD, Scelta Civica, il PD di Renzi conquisterebbe il premio di maggioranza.
se si sommasse sc a scx quel 2.1 in teoria ribalterebbe il risultato per 0,5 a favore del csx
— StefanoCeccanti (@StefanoCeccanti) 4 Febbraio 2014
Le elezioni politiche non sembrano vicine, per quanto la rottura anticipata della legislatura sia sempre un’eventualità concreta alla luce della fragilità dell’attuale maggioranza. Tra poco più di tre mesi si svolgeranno le elezioni europee, e la società Ipr Marketing ha realizzato la prima indagine su questa consultazione. I risultati sono piuttosto negativi per il Partito Democratico. La formazione di Renzi sarebbe sì il primo partito, ma con un dato leggermente superiore al flop delle politiche 2013, e delle europee 2009, il 27,6%. Il MoVimento 5 Stelle sarebbe distanziato di soli 2 punti percentuali, un distacco molto diverso rispetto agli 11, 12 punti percentuali rilevati in media dai sondaggi nelle intenzioni di voto per le politiche. Anche Forza Italia sarebbe molto vicina, e il PD rimarrebbe il primo partito solo grazie al voto del centro italia, le Regioni Rosse, mentre nelle altre circoscrizioni c’è un sostanziale pareggio demoscopico, con Forza Italia prima appaiata ai democratici al Nord Ovest; al Nord Est stessa situazione con PD e M5S con gli stessi valori, mentre nel Sud i tre primi partiti italiani sono stimati tutti intorno al 27%. Nelle Isole, Sardegna e Sicilia, il PD rimane terzo come alle politiche. Le europee sono elezioni svolte col proporzionale con una soglia di sbarramento al 4%, ed è difficile, anche un po’ forzato, attribuire il voto di coalizione sommando i vari partiti. Dall’indagine di Ipr emerge però la particolare debolezza del centrosinistra, che arriva poco sopra il 30%. Il centrodestra, invece, grazie alle numerose liste che lo compongono, sfiora il 40%. Un distacco di circa 8 punti percentuali superiore a quello rilevato da Pagnoncelli, e diverso dal sostanziale pareggio rilevato da quasi tutti i sondaggisti in questo momento. Le forze anti euro, come M5S e Lega, appaiono beneficiare di un aumento demoscopico rispetto alle intenzioni di voto per le politiche.