L’assenza dell’algoritmo che non fa funzionare l’Italicum

martedì, 11 febbraio 2014

Se l’Italicum fosse già entrato in vigore nella forma uscita dalla commissione Affari Costituzionali, il nuovo Parlamento sarebbe stato caratterizzato dall’assenza dei deputati. Forse il trionfo finale dell’anti politica. In realtà, come spiega Claudia Fusani su “L’Unità” di martedì 11 febbraio, la colpa sarebbe di un clamoroso errore. Alla nuova legge elettorale infatti manca l’algoritmo che permette l’assegnazione dei seggi. Senza questa formula matematica non è possibile che i deputati siano eletti, visto che è impossibile la loro determinazione. L’errore è stato scoperto ieri dal Comitato dei 9, il gruppo dei parlamentari che presenta l’esame di una legge all’aula dopo la sua discussione in Commissione. L’errore era stato scoperto dall’Ufficio Studi della Camera dei Deputati, ed ha imposto una corsa all’ultimo secondo per elaborare l’emendamento che introdurrà l’algoritmo per assegnare i seggi. Il relatore dell’Italicum, il forzista Francesco Sisto, ha depositato ieri sera l’emendamento, ma ciò non è piaciuto molto agli altri membri della Commissione Affari Costituzionali, che hanno chiesto nuovo tempo per esaminare gli emendamenti. L’emendamento Sisto è lungo 12 pagine, mentre l’intero Italicum ne occupa 15. Praticamente il testo riscrive la legge elettorale. Il problema dell’algoritmo mancante è rappresentato anche dal fatto che non sono state realizzare le simulazioni per capire come sarebbero distribuiti i seggi. Nelle settimane scorse questa assenza era stata fatta notare da vari parlamentari così come dai funzionari della Camera, ma le forze che più spingono l’Italicum, PD e Forza Italia, si sono dimenticati dell’argomento. L’emendamento Sisto risolve però il problema per i partiti di Renzi e Berlusconi, che nel caso di eventuali correzioni, si dichiarano aperti anche ad una terza lettura. Camera e Senato devono infatti approvare lo stesso testo, e se a Palazzo Madama l’algoritmo dovesse essere modificato, l’Italicum dovrebbe tornare a Montecitorio per l’approvazione definitiva. Un’ipotesi che garantirebbe qualche settimana di più ad una legislatura che nessuno vuole far finire, nonostante le dichiarazioni contrarie.

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