Luca Sofri: le cose desolanti del governo Renzi, e quella incoraggiante

sabato, 22 febbraio 2014

Luca Sofri commenta in modo piuttosto deluso la formazione del nuovo governo Renzi. Dopo aver espresso le sue forti perplessità sul modo in cui il segretario del Partito Democratico è arrivato a Palazzo Chigi, il direttore de “Il Post”, da molti anni vicino a Renzi, indica quattro “cose desolanti” ed una invece incoraggiante sulla nuova compagine che governerà l’Italia. Gli aspetti “desolanti”, come li definisce Sofri, sono l’esclusione di Emma Bonino da un incarico così centrale come la guida della politica estera italiana, l’insistenza di Renzi nel voler portare un pubblico ministro al dicastero di Giustizia, saggiamente fermata da Napolitano, la scelta “cencelliana” di Stefania Giannini per l’Istruzione, uno degli storici cavalli di battaglia del leader PD, e l’inserimento di una figura quale Dario Franceschini alla Cultura, dove si era pensato ad un ministro col profilo certo molto diverso di Alessandro Baricco. Ciò che incoraggia Sofri è invece l’inserimento di alcuni volti nuovi nella compagine di governo. Il direttore de “Il Post” rimarca in particolar modo la delusione per l’addio a Emma Bonino, definita “uno dei politici più onesti e competenti sugli Esteri che ci sono in Italia, e azzerare il suo lavoro è una vera sciocchezza, così come lo è smettere di approfittare della sua capacità e impegno”. La Farnesina è secondo Sofri il ministero dove più servono “esperienza e rispettabilità rispetto al rinnovamento”. L’aspetto più deludente per Sofri rimane però l’impressione che Renzi, nell’addio alla Bonino, abbia preferito dare maggior importanza al peso dell’apparato politico piuttosto che alle capacità individuali come criterio di scelto per un simile incarico. “In questo caso, dovendo Renzi mostrare rinnovamento rispetto al governo Letta non ha però rimpiazzato tre ministri alfaniani; né ha rimpiazzato tre ministri del PD, che pure si dimostrano così indispensabili da essere stati rimescolati in ministeri a piacere (e di uno dei quali a suo tempo aveva opinioni condensate nella definizione di “vicedisastro”). Ha invece scaricato quel che era facile scaricare, e che il PD va scaricando da anni in mille diverse repliche: una tradizione. Una vigliaccheria, in senso tecnico”. Sul blog personale del direttore de “Il Post” prosegue il suo interessante commento sul nuovo governo di Matteo Renzi.

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