La Cassa Depositi e Prestiti e lo sblocco del debito della PA

martedì, 25 febbraio 2014

Una delle promesse chiavi di Matteo Renzi è lo sblocco totale dei debiti della Pubblica amministrazione, da attuare attraverso l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti. La Cdp è un ente privato, anche se controllata all’80% dal ministero del Tesoro, e nel discorso del presidente del Consiglio si è di fatto suggerito un aumento del suo ruolo attuale nello sblocco dei debiti. Il governo Letta ha già attuato una normativa simile nell’ultima legge di Stabilità, che prevede l’introduzione di una garanzia pubblica per i titoli di debito emessi a favore dei creditori privati. Un’azienda ad esempio può presentare questo documento che garantisce il debito pubblico e ottenere liquidità dalle banche; gli istituti di credito, sommati un numero di questi documenti, possono ottenere la riscossione liquida grazie all’intervento della Cassa depositi e prestiti. Le banche potranno infatti emettere un titolo garantito da questo debito accumulato, una cartolarizzazione, che poi potrà essere comprato dalla stessa Cdp, che ha dalla sua la cospicua dotazione finanziaria del risparmio postale degli italiani. Questo strumento è stato inserito dal governo Letta per accelerare il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione, ma aveva un orizzonte temporale a tre mesi. Un limite posto su suggerimento della stessa Ragioneria dello Stato, per non sfondare i conti pubblici. Come molte delle promesse di Renzi, anche questa proposta appare poco compatibile con gli equilibri del nostro bilancio, visto che un’immediata garanzia dei debiti pregressi della PA farebbe semplicemente esplodere il deficit a livelli ben superiori al 3%. Sul sito del ministero del Tesoro si può seguire l’andamento del pagamento dei debiti arretrati della PA, che procede ad un ritmo piuttosto lento, che il presidente del Consiglio vorrebbe accelerare. Rimane comunque il dubbio su quali debiti Renzi voglia porre la garanzia pubblica, visto che se si parlasse di quelli fuori bilancio il conto sarebbe ancora più salato dell’attuale che già non si riesce a saldare.

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