La Stampa: Renzi vuole portare la Ragioneria dello Stato a Palazzo Chigi

giovedì, 27 febbraio 2014

Il sogno di Matteo Renzi e dei suoi consiglieri economica ha il sapore di una rivoluzione “contabile” di grande significato politico, per quanto dall’impatti in realtà piuttosto limitato. Come spiega un articolo de “La Stampa” di giovedì 27 febbraio, scritto da Antonella Rampino, il vero sogno del presidente del Consiglio e del suo team è lo spostamento della Ragioneria generale dello Stato dal ministero del Tesoro a Palazzo Chigi. La Ragioneria è il dipartimento del dicastero di Via XX Settembre che si occupa di predisporre il bilancio preventivo e consultivo del nostro paese, e svolge una funzione essenziale di controllo dei conti pubblici. Ogni legge deve avere una copertura finanziaria, come prevede la nostra Costituzione, rafforzata sul punto dal Fiscal Compact che impone il pareggio di bilancio strutturale. L’organismo che vigila su questo è appunto la Ragioneria generale dello Stato, che controlla preventivamente ogni legge. Questa è la descrizione di questo organismo che si può leggere sul sito del Mef. ” La Ragioneria Generale dello Stato (RGS) è un organo centrale di supporto e verifica per Parlamento e Governo nelle politiche, nei processi e negli adempimenti di bilancio ed ha come principale obiettivo istituzionale quello di garantire la corretta programmazione e la rigorosa gestione delle risorse pubbliche. E’ ad essa delegata la certezza e l’affidabilità dei conti dello Stato, la verifica e l’analisi degli andamenti della spesa pubblica. Sono di sua competenza la predisposizione dello schema di bilancio di previsione annuale, con i relativi provvedimenti di assestamento e variazione, del bilancio pluriennale dello Stato, del disegno di legge finanziaria e dei provvedimenti ad essa collegati. Inoltre, essa è chiamata ad intervenire – in sede di esame preventivo – su ogni disegno di legge o atto del Governo che possa avere ripercussione diretta o indiretta sulla gestione economico – finanziaria dello Stato; ad assicurare l’uniforme interpretazione ed applicazione delle norme contabili; a svolgere, attraverso l’attività ispettiva, funzioni di controllo anche sulla gestione finanziaria degli enti pubblici”.

Su La Stampa si rimarca come “da giorni circola un’ipotesi alla quale starebbero lavorando i più stretti collaboratori del presidente del Consiglio: portare a Palazzo Chigi, nella costituenda cabina di regia della politica economica, i poteri della Ragioneria, rendendola poco più di un organismo consultivo”. Un piano che avrebbe un grande significato politico – togliere i poteri di controllo del bilancio dalle mani dei “burocrati e dei tecnici” – ma dallo scarso impatto politico. Ex  Patto di Stabilità e di Crescita e Fiscal Compact, il sostanziale guardiano dei nostri conti pubblici è diventato Eurostat, e di conseguenza evitare la reprimenda dei “burocrati” di Via XX Settembre servirà poco quando arriverà lo stop da Bruxelles, e da Francoforte, dalla sponda Bce del fiume Meno. Lo spostamento dei poteri della Ragioneria dello Stato, sottolinea l’articolo della Rampino, sarebbe poi contraddittorio con la costituzione del nuovo Ufficio parlamentare del Bilancio, un organismo parlamentare con funzioni di controllo sui conti. Yoram Gutgeld, il consigliere economico di Renzi che dovrebbe guidare la cabina di regia di Palazzo Chigi, non conferma ma neppure smentisce questa indiscrezione. Lo spostamento sognato dai renziani richiederebbe una corposa trasformazione normativa, e provocherebbe un probabilissimo scontro con il ministero dell’Economia. Senza contare i dubbi, quantomeno, che una simile manovra susciterebbe tra Quirinale, Bruxelles e Francoforte, senza neppure contare Berlino.

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