Matteo Renzi e i bonus milionari dei manager di Eni, Enel e Terna

giovedì, 27 febbraio 2014

Tra poche settimane si aprirà una delle partite più importanti per il nuovo governo di Matteo Renzi. I dirigenti delle società pubbliche controllate dallo Stato andranno a scadenza, ed al ministero dell’Economia spetterà il compito di rinnovare i loro incarichi, oppure procedere a nuova nomina. Una scelta molto rilevante, dato che alcune delle aziende a guida statale, come Eni, Enel o Finmeccanica, sono tra le più grandi imprese del nostro paese, e dalle loro scelte di politica aziendale dipenderà anche parte del ciclo economico italiano.  Per il governo ed il nuovo presidente del Consiglio esiste però un problema in più, come svela un’inchiesta de “L’Espresso” che sarà pubblicata nel numero in edicola da domani venerdì 28 febbraio. In caso di mancata conferma al vertice di Eni, Enel e Terna, le aziende controllate dal governo dovranno erogare un bonus di liquidazione molto corposo ai manager che le guidano da ormai molti anni. Il settimanale calcola infatti che se Paolo Scaroni sarà sostituito alla guida di Eni beneficerà di un bonus di più di 8 milioni di euro. La retribuzione attuale è superiore ai 6, ed è legata ai risultati come lo stesso premio di liquidazione. La stima de”L’Espresso” si basa sull’andamento economico degli ultimi due anni fiscali, un calcolo che  è stato effettuato anche per Fulvio Conti. Il Ceo di Enel, che guadagna più di 4 milioni di euro, avrebbe diritto ad una ricompensa di più di 6 se non venisse confermato al vertice dell’azienda elettrica. Per Flavio Cattaneo, ex direttore generale della Rai che guida Terna, la società che gestisce la rete elettrica, il bonus per la mancata conferma è invece stabilito dal suo contratto, ed è pari alla sua retribuzione annuale da 2 milioni e 400 mila euro. Le nomine in Eni ed Enel sono particolarmente attese, visto che le due maggiori società italiane sono guidate ormai da 9 anni da Scaroni e Conti, manager nominati da Berlusconi. Come rimarca L’Espresso, c’è grande attesa per le scelte di Renzi, che potrebbero avere un carattere di maggior rottura rispetto al probabile attendismo del governo Letta. Sulla nomina di nuovi vertici c’è però l’ombra di esborsi significativi da concedere ai top manager in caso di “pensionamento anticipato”.

 

 

 

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