Triste e scontato l’esito della giornata di oggi. Il referendum annessionistico della Crimea aumenterà le tensioni fra Russia e Nato senza indicare alcuna via di mediazione. L’unico segnale che suscita speranza e al quale dovremmo riferirci con minor sufficienza, sono i fermenti democratici all’interno di una società russa profondamente mutata nei suoi dati economici e interconnessa col mondo circostante come mai lo fu prima. Che migliaia di persone (nella foto) abbiano manifestato a Mosca sabato 15 marzo, alla vigilia del referendum, contro la politica espansionistica di Putin, è davvero significativo. Non diamo per scontato che siano dei perdenti. Vladimir Putin non è forte come appare, non è uno zar plenipotenziario, se si agita è anche a seguito delle sue debolezze strutturali. Solo un radicamento della democrazia in Russia può aprire una stagione nuova nei suoi rapporti con l’Europa e l’occidente.