Conosco da una vita Pierluigi Battista e so bene che non gli difetta il sense of humour. Mi ha quindi stupito il cipiglio patriottico con cui respinge le ironie di Barroso e Van Rompuy sul “Corriere della Sera” di oggi. “Sorrisini che non vanno”, “Schiaffo gratuito”, “Un’offesa che l’Italia non merita”, “Non si permettano di umiliare, attraverso il capo del suo governo, una Nazione fondatrice della costruzione europea”, “Rispediamo il sorrisetto ai mittenti”, “Perchè non si permettano mai più”.
Suvvia, Pigi, quasi non ti riconosco. Nè ricordo tue distinzioni dalla linea rigorista sulle discipline di bilancio del giornale che bollò come eversivo il tentativo di referendum greco sui diktat della Troika; nonchè sul pareggio di bilancio introdotto come vincolo nella nostra Costituzione; per non parlare dell’adesione profonda del “Corriere” alla politica europea di Monti.
Sarebbe bello che la revisione di Renzi, la sua asserita ma non dichiarata intenzione di giocare sui decimali del rapporto deficit/pil, e magari qualche parolina chiara sull’opportunità o meno di soggiacere all’imminente salasso previsto dal Fiscal Compact, prendesse la forma di una linea politica esplicita. Sulla quale discutere, schierarsi, decidere. Facessimo così, probabilmente in Europa nessuno sorriderebbe accusandoci implicitamente di furbizia. Sono curioso di vedere come si schiererà il patriota Pigi quando finalmente anche nel tempio dell’establishment si discuterà di rinegoziazione del debito pubblico, di revisione dei parametri e magari perfino di patrimoniale. Il conformismo di maniera non si confà all’intelligenza di Pigi: vorra forse aderire alla lista Tsipras?