Tutti i dubbi sul referendum per la secessione del Veneto

sabato, 22 marzo 2014

Il referendum sull’indipendenza del Veneto si è concluso con numeri, che se veri o anche solo veritieri, sarebbero impressionanti. I voti raccolti dal movimento venetista Plebiscito.eu sono 2.360.235 voti, pari al 73,2% del corpo elettorale regionale. Di questi oltre 2 milioni (l’89%) ha scelto il sì, mentre i no sono stati solo il 10,9%. Alle politiche avevano votato poco più di 3 milioni di persone, quindi solo 700 mila in meno per una consultazione promossa da una sigla della galassia indipendentista veneta che alle politiche aveva raccolto circa 60 mila preferenze, suddivise in Indipendenza Veneta, Veneto Stato e Liga Veneta Repubblica. I numeri proclamati come “primavera veneta” e sostanziale diritto all’indipendenza della regione dal suo organizzatore, l’ex leghista Gianluca Busato, appaiono falsati dalla stessa natura della consultazione. Un referendum svoltosi prevalentemente online, visto che i seggi sparsi sul territorio erano soli 120, ovvero 1 per 30 mila elettori contro il rapporto di 1 a 600 votanti delle elezioni normali, come spiega Massimo Zamarion su Giornalettismo. ” Il 70% di questi seggi risultano dislocati nelle province di Treviso e Padova, e spesso concentrati in alcuni comuni, e non sempre i più grandi. Il resto del 30% dei seggi se lo dividono le altre 5 province: a Vicenza una ventina, a Verona ce ne sono 6, a Venezia 5, a Belluno 3, a Rovigo solo 1. Di fatto, fuori dell’area vicentina-trevigiana-padovana l’organizzazione sembra assente”. Zamarion rimarca numerosi altri numeri rilanciati dagli organizzatori di Plebiscito.eu che sembrano poco credibili; con un dato di oltre 2 milioni di votanti, la quasi totalità dell’elettorato di centrosinistra avrebbe dovuto partecipare ad un referendum che ha diviso la stessa Lega Nord, che non ha cavalcato la consultazione promossa da Busato. Luca Zaia, il presidente della regione che ha partecipato al voto, ha rimarcato come la consultazione sia stata solo “un sondaggio”, mentre un altro big della Liga Veneta, il sindaco di Verona Flavio Tosi, ha taciuto in modo piuttosto rumoroso su questo referendum che ha convinto in modo entusiasta la TV russa. Visto che la consultazione è stata organizzata prevalentemente online, rimangono i molti dubbi suscitati da questo tipo di votazioni, come la facilità con cui si possono scavalcare i limiti all’identificazione personale. L’Espresso ha postato un articolo nel quale ha spiegato quanto fosse facile truccare i dati e partecipare al voto, con tanto di foto. Lo stesso Zamarion rimarca come sul sito il numero degli utenti online fosse indicato tra i 200 e i 400, un numero che di solito porta a circa 20, 30 mila visite giornaliere se ripetuto con continuità. Nulla di paragonabile alla massa di contatti che avrebbe dovuto essere raccolta per ottenere così tanti voti. Il sito poi non ha mai avuto problemi, un altro elemento strano visto che per reggere così tanti visitatori, nell’ordine delle decine di migliaia in contemporanea, sono necessari server costosi. I dati comunicati da Plebiscito.eu lasciano dunque molto perplessi, e sembrano, agli steroidi vista la sproporzione di forze in campo, una rievocazione dei milioni di voti “padani” che volevano la secessione del Nord al referendum leghista organizzato nell’inverno del 1997. E’ però probabile che una mobilitazione rilevante ci sia stata, visto che lo stesso Grillo ha voluto cavalcarla con il post sulle macroregioni pubblicato a pochi giorni dal referendum veneto. Certo le poche centinaia di persone accorse in piazza a Treviso per proclamare l’indipendenza del Veneto lasciano molti dubbi su quanto sia stata massiccia.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.