Il ministro del Lavoro Poletti dice addio alla concertazione nell’era Renzi

lunedì, 24 marzo 2014

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha detto addio alla concertazione. Nell’era di Matteo Renzi non ci sarà più il dialogo tra governo ed i rappresentanti sociali al fine di raggiungere determinati obiettivi sulle politiche economiche. Ci sarà al contrario un confronto che però non sarà vincolante per l’esecutivo guidato dal nuovo presidente del Consiglio. “La concertazione di Renzi credo che non esista. E’ nostra intenzione confrontarci e dialogare, ma alla fine il governo decide, si prende le sue responsabilità e i cittadini lo giudicano per quello che fa. Io credo che bisogna discutere, ascoltarsi, confrontarsi. Io faccio il ministro del lavoro, quindi con le parti sociali mi incontro tutte le volte che è utile, ma la cosa che deve essere chiara è che quando è l’ora di decidere, io il ministro, e quindi il governo, decide e viene giudicato dai cittadini”. Le dichiarazioni di Poletti, fatte alla trasmissione televisiva “Agorà”, seguono le aspre polemiche dello scorso fine settimana tra lo stesso Matteo Renzi e la segretaria della Cgil Susanna Camusso. Il ministro del Lavoro ha rimarcato come il decreto che liberalizza i contratti a tempo determinato non dovrà essere cambiato dal Parlamento, e di non esser scontento di esser stato criticato sia dai sindacati che da Confindustria, visto che “”se sono scontenti un po’ di qua e un po’ di là abbiamo fatto bene”. Poletti si è augurato comunque che i sindacati “partecipino al cambiamento”: “Il cambiamento è un problema che riguarda tutti. Se si vuole stare nella partita bisogna aver voglia di cambiare”. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti viene dal mondo delle cooperative emiliane, ed è storicamente legato all’anima diessina vicina a Bersani e D’Alema, anche se alle ultime primarie del PD si è schierato a favore di Renzi come una buona fetta dell’establishtment emiliano.

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