Tremonti patteggia 40 mila euro per la casa di Milanese

mercoledì, 2 aprile 2014

Giulio Tremonti ha patteggiato la somma di 40 mila euro per uscire dall’inchiesta per finanziamento illecito aperta contro di lui per la casa di Roma che gli era stata affittata dal suo collaboratore Marco Milanese. L’ex ministro dell’Economia, come spiega un articolo di Fiorella Sarzanini del “Corriere della Sera”, ha preferito chiudere una vicenda che aveva generato numerose polemiche quando Tremonti guidava il dicastero di Via XX Settembre, ora guidato da Padoan. Il senatore che fa parte del gruppo Gal rimarca come sia stato “è proprio l’aspetto che riguarda la mia famiglia, oltre al rispetto che ho per la magistratura, ad avermi convinto dell’opportunità di pagare la pena pecuniaria e chiudere la vicenda”. I magistrati aprirono un’inchiesta perché Milanese aveva preso in affitto due appartamenti del centro di Roma da un costruttore che, secondo i sospetti degli inquirenti, sarebbe stato poi favorito negli appalti  della Sogei, la Società generale di informatica, controllata dall’Economia. Il contratto d’affitto con Milanese fu siglato nel 2009, quando questi era diventato consigliere politico di Tremonti al ministero dell’Economia, e l’anno dopo l’allora esponente del Pdl si trasferì nella casa di via Campo Marzio, nel centro di Roma. Tremonti sostenne di aver accettato l’ospitalità di Milanese, ma lui lo smentì affermando di fronte alla giunta della Camera che doveva pronunciarsi sulla richiesta di arresto inoltrata nei suoi confronti dai magistrati partenopei. Il consigliere politico del ministro affermò di aver ricevuto 4 mila euro al mese, in nero. Il caso scoppiò mentre esplodeva la crisi dello spread, e Tremonti preferì allontanarsi dall’abitazione per smorzare le polemiche dopo l’apertura dell’indagine nei suoi confronti. Fiorella Sarzanini illustra così la conclusione del caso. ” Accuse, contraccuse, veleni che alla fine hanno persuaso Tremonti – assistito dagli avvocati Grazia Volo e Pier Maria Corso – a cercare l’accordo con la procura, che si dichiara favorevole proprio perché in questo modo dimostra la bontà del proprio impianto. E così sono stati fatti i conti. Per il finanziamento illecito la pena prevista era di 9 mesi più 21 mila euro di multa, che scendono a 6 mesi e 14 mila euro con la concessione delle attenuanti e a 4 mesi e 10 mila euro con lo sconto previsto quando si sceglie il rito alternativo. Calcolando che per ogni giorno bisogna versare 250 euro si raggiungono così i 30 mila da sommare all’ammenda”.


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