Una risposta sugli scandali dai presidenti della Comunità ebraiche

lunedì, 7 aprile 2014

Ecco il comunicato con cui i tre presidenti dell’Unione comunità ebraiche italiane (Ucei), della Comunità di Milano e della Comunità di Roma rispondono alla lettera da me scritta con Stefano Levi Della Torre e Moni Ovadia.

La presunta truffa ai danni della Comunità Ebraica di Milano e i presunti illeciti di alcuni medici dell’Ospedale Israelitico sono oggi all’attenzione della magistratura. Ciò è potuto avvenire solo grazie ai due Enti, che sin dalle prime avvisaglie di possibili irregolarità hanno sporto denuncia alle autorità competenti al fine di tutelarsi.

Oggi la Comunità Ebraica di Milano e l’Ospedale Israelitico, nonché la Comunità Ebraica di Roma, sono in queste vicende parti lese e attendono gli esiti del lavoro delle procure. L’unico interesse è ottenere Giustizia.

Sono invenzioni le accuse di negligenza e di leadership dedite a rapporti privilegiati. Le due Comunità Ebraiche più popolose d’Italia mantengono relazioni con tutte le Istituzioni e instaurano rapporti con le rappresentanze politiche senza distinzioni di colori nei limiti dei valori condivisi, al fine di portare un contributo costruttivo all’interno del dibattito nella società.

La Comunità è di tutti ed è aperta al dialogo esterno con tutti gli esponenti democratici. Non è solo di una parte ben identificata politicamente che su questa identità ha costruito successi professionali mal tollerando una condizione minoritaria nella gestione comunitaria democratica, tanto più in periodo di campagna elettorale.

E’ difficile digerire critiche da chi utilizza la propria identità come leva professionale. Pesach, la Pasqua Ebraica, significa “passare oltre”.

Sicuramente passeremo oltre a questa provocazione, ma è bene ricordare che in questa festa, secondo le nostre tradizioni, noi tutti, compresi i maestrini in campagna elettorale, si devono porre in una posizione di dialogo e di ascolto.

Renzo Gattegna, Walker Meghnagi, Riccardo Pacifici

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