L’appello degli economisti contro la pericolosa tentazione dell’addio all’euro

mercoledì, 9 aprile 2014

Un gruppo di economisti che a vario titolo insegna alla Scuola di politica economica europea della Luiss, l’università privata legata a Confindustria, ha scritto un appello contro la pericolosa tentazione dell’uscita dall’euro. I firmatari sono Lorenzo Bini Smaghi, ex Bce, Franco Bruni, Marcello De Cecco, Marcello Messori, Jean-Paul Fitoussi, Antonio Padoa-Schioppa, Gianni Toniolo e l’ex ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. L’appello è stato pubblicato dal “Corriere della Sera” ,  e nel testo  gli economisti si schierano contro l’uscita dall’euro, una proposta che sta diventando un tormentone della campagna elettorale per le prossime Europee. Una parte significativa dell’ex Casa della Libertà, Lega Nord ed Alleanza Nazionale, sono per l’addio alla moneta unica. Forza Italia è stata piuttosto ambigua, mentre il MoVimento 5 Stelle è chiaramente euroscettico, con il suo leader, Grillo, per l’addio all’unione monetaria. Gli economisti rimarcano però come “uscire dall’euro aggraverebbe i problemi italiani, metterebbe a rischio l’integrità della costruzione europea e impedirebbe di proporre politiche alternative rispetto a quelle attuali”. Per i firmatari dell’appello infatti ritornare alla lira significherebbe riproporre una politica che ha già fallito. ” Chi propone l’uscita dall’euro vuole in realtà tornare a quel modo di governare l’economia che la storia ha già condannato come fallimentare”. Gli economisti rimarcano come i vent’anni pre moneta unica non fosse un periodo dorato per il nostro paese, ma che fu caratterizzato da svalutazioni che penalizzavano i risparmiatori, spingevano verso l’alto l’inflazione così come i tassi di interesse ma non garantivano recuperi di competitività così rilevanti per le aziende italiane. Senza contare l’esplosione del debito pubblico avvenuta negli anni ottanta, di cui ancora si pagano le conseguenze a colpi di 5 punti di Pil l’anno spesi per saldare gli interessi. Gli economisti dell’appello pro euro sottolineano come i vantaggi dell moneta siano illusori.”Al fine di contenere brusche fluttuazioni del cambio e di evitare fughe precipitose dei capitali, i responsabili delle politiche economiche italiane sarebbero infatti costretti a inseguire le politiche scelte dalle aree dell’euro e del dollaro. . Gli italiani subirebbero dunque una svalutazione dei risparmi. Inoltre, la conversione dall’euro alla lira non potrebbe modificare le condizioni dei prestiti contratti dai residenti italiani nei confronti del resto del mondo. La svalutazione della lira determinerebbe quindi un aumento del valore dei debiti verso l’estero degli italiani, ponendo imprese e famiglie di fronte al rischio di insolvenza, con effetti a catena sul resto del sistema economico”. Per Lorenzo Bini Smaghi, Franco Bruni, Marcello De Cecco, Marcello Messori, Jean-Paul Fitoussi, Antonio Padoa-Schioppa, Gianni Toniolo e Farizio Saccomanni l’addio all’euro sarebbe solo un ulteriore modo per non affrontare i veri problemi dell’economia italiana. ” dalla rigidità dei mercati dei beni all’inefficiente utilizzo delle risorse umane; dal basso livello di scolarizzazione e di investimenti in ricerca alla produttività stagnante; dall’eccesso di regolamentazione burocratica che scoraggia gli investimenti produttivi all’arretratezza infrastrutturale; dalla lentezza della giustizia alla mancanza di concorrenza nei servizi locali, fino alla corruzione dilagante”. L’euro non ha responsabilità di queste problematiche, ed al contrario l’addio alla moneta unica “sarebbe una fuga all’indietro verso una società più chiusa e introversa che danneggerebbe soprattutto i più giovani e le fasce più deboli della società”. Gli economisti rimarcano come l’euro e l’Ue non siano costruzioni perfette, ma possano essere migliorate solo dagli stati che partecipano all’integrazione economica e politica dell’Europa.

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