Alle 21.30 Fischia il Vento sulla moschea della discordia

mercoledì, 16 aprile 2014

Ecco il comunicato stampa sulla puntata di “Fischia il Vento” che sarà trasmessa questa sera su Laeffe e Repubblica.it.

 

Il prossimo anno per l’EXPO 2015 si attende in Italia l’arrivo di milioni di visitatori di fede musulmana. Solo a Milano si contano circa 100.000 musulmani residenti. Ma mentre a parole tutti, inclusi i vertici della Chiesa, sono concordi nella necessità di assicurare il diritto alla preghiera, il progetto di una grande moschea resta sulla carta.
E mentre gli stessi musulmani si dividono, mentre si fanno avanti governi esteri per garantire i finanziamenti necessari, sullo sfondo si agitano le paure di nuovi fondamentalismi legati alle vicende egiziane e ai Fratelli Musulmani.
Gad Lerner cerca una risposta nell’ottava puntata di FISCHIA IL VENTO, il programma di informazione e approfondimento coprodotto da Repubblica e laeffe, in onda mercoledì 16 aprile alle ore 21.30 sul canale 50 del digitale terrestre, sul 139 di Sky, e sul sito di Repubblica.it, interrogando i protagonisti di una storia infinita. Il sindaco Giuliano Pisapia “…per l’Expo dobbiamo arrivare a un grande luogo [di culto] provvisorio, adatto per le grandi occasioni, che possa poi diventare definitivo…”.
“Io sono contrario a una grande Moschea – dichiara l’ex vicesindaco Riccardo De Corato e nel caso si andasse avanti con questa idea sarà “fondamentale fare un referendum per chiedere ai milanesi se vogliono la moschea…[io] voterei no”.
Paolo Branca, responsabile rapporti con i musulmani per la Diocesi di Milano, auspica l’apertura di un tavolo condiviso da parte del Comune, il presidente dell’Istituto Culturale Islamico di viale Jenner Abdelhamid Shari ripercorre vicende ed errori del centro a partire dagli anni ’90.
E ancora le posizioni dell’imam Mahmud Asfa e quella di Davide Piccardo del Caim (Coordinamento associazioni islamiche Milano, Monza e Brianza).

E se il cantautore Franco Battiato insiste sulla necessita di “mettere i musulmani nella condizione di pregare…” e sull’evidenza che “…ci sono dei ragazzi italiani [musulmani] che parlano l’italiano meglio di alcuni della Lega”, l’ex magistrato Stefano Dambruoso sottolinea: “C’è un problema di reducismo: i reduci della guerra in Siria tornano in Italia o in Europa addestrati per essere stati sul campo, con una sorta di “adrenalina” capace di esprimersi in Europa con modalità preoccupanti”, mentre Giorgio Medda (Gruppo Azimut) racconta l’affermarsi di una finanza che rispetta le leggi della Sharia e può aiutare l’arrivo di investimenti in Italia. Il reportage settimanale si focalizza, invece, sulla resistenza al regime siriano organizzata in Italia sull’asse Roma-Milano.

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