In un’intervista con il giornalista Alan Friedman, pubblicata sul sito dell’autore del recente e fortunato “Ammazziamo il Gattopardo”, l’economista Lucrezia Reichlin propone una ristrutturazione del debito come via d’uscita alla crisi economica che colpisce ormai da diversi anni Italia ed eurozona. Per l’ex direttore generale della Ricerca per la Bce i parametri UE pongono troppo attenzione al deficit, ma in questo momento la vera priorità per riportare crescita all’interno dell’unione monetaria è un abbassamento del debito a livelli sostenibili. Lucrezia Reichlin non propone un default autonomo dell’Italia, bensì una revisione dei trattati europei, con l’introduzione di un meccanismo di risoluzione del debito quanto questo superi una determinata soglia, come ad esempio il 100%. La Reichlin rimarca come l’Italia, vista la mole del suo debito, oltre il 130%, non potrà rientrare nei parametri del Fiscal Compact, il 60% entro i prossimi 20 anni, seppur con le numerose deroghe consentite dal trattato dei bilanci europei. Con un’economia che cresce così poco, le privatizzazioni unite ai tagli di spesa non basteranno secondo l’economista, ora docente alla London Business School. Ecco perché l’Europa dovrebbe adottare un meccanismo che riporti i debiti ad un livello sostenibile, attraverso misure quali l’allungamento dei tempi di scadenza, oppure la revisione delle cedole, da concordare con i creditori per contenere le reciproche perdite. La fattibilità politica di una simile opzione è al momento ipotetica, come ammette la stessa Reichlin, anche se l’economista sottolinea come alla fine la crisi del debito sovrano che ha travolto l’eurozona si risolverà in un simile modo. L’esempio citato dalla Reichlin è la ristrutturazione del debito greco avvenuto nel 2012 per dare il via libera al secondo piano di aiuti della Troika, che impose perdite ai creditori privati.