Tra pochi mesi il Parlamento dovrà eleggere i membri laici del Consiglio superiore della magistratura. Un terzo dei componenti del Csm è composto infatti da avvocati, da almeno quindici anni, oppure professori di diritto, che vengono eletti da entrambe le Camere. Il quotidiano “L’Unità” di venerdì 18 aprile riferisce della probabile candidatura di Renato Schifani, l’ex presidente del Senato della scorsa legislatura, ed uno dei principali esponenti di Forza Italia/ Pdl che ha seguito Angelino Alfano nella scissione del partito berlusconiano che ha creato il Nuovo Centrodestra. Secondo “L’Unità” Schifani avrebbe pensato al Csm per rilanciare la sua carriera, offuscatasi dopo esser arrivato alla seconda carica dello Stato. In questo momento l’ex presidente del Senato non ha incarichi di peso in Nuovo Centrodestra, tranne una presidenza onoraria di scarso rilievo visto che il potere è concentrato nelle mani del segretario Angelino Alfano. L’approdo nel Csm potrebbe garantire a Schifani la più rilevante vice presidenza dell’organismo che disciplina la magistratura italiana. “L’Unità” nota con una punta di sarcasmo un dubbio sull’eventuale candidatura di Schifani, ovvero se troverà spazio tra la lista della maggioranza oppure dell’opposizione. Più problematica è invece l’inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa condotta dalla procura di Palermo. Il Gip ha rifiutato la richiesta di archiviazione, concedendo una terza proroga alle indagini.