Il crac del calcio italiano

mercoledì, 23 aprile 2014

Sul “Corriere della Sera” di mercoledì 23 aprile Fabio Monti descrive, partendo dalla parole del presidente del Coni Giovanni Malagò, i problemi finanziari del calcio italiano. L’analisi di Monti si concentra sull’enorme spreco di risorse effettuato dalle squadre di serie A dal 1999 al 2010. In quell’anno le squadre di calcio beneficiarono dell’introduzione dei diritti soggettivi per la trasmissione delle partite di calcio. Una vera e propria “bonanza”, che ha garantito un flusso imponente di risorse verso le più importanti società come Juventus, Milan, Inter, Roma, Lazio. In 11 anni sono arrivati 5,9 miliardi di euro, che però sono stati sprecati in modo clamoroso, visto che nello stesso lasso temporale le società della nostra maggior serie calcistica hanno accumulato un debito da quasi 2 miliardi di euro. Nessun investimento nelle infrastrutture è stato fatto, a parte sporadici casi come lo stadio della Juventus, e i diritti TV sono diventati l’unica fonte di entrata delle società, sostanzialmente, con il dannoso abbandono di altri settori come il marketing oppure le vendite dei biglietti.

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