Sandro Bondi “ritorna” compagno: Forza Italia ha fallito, sosteniamo Renzi

mercoledì, 23 aprile 2014

Nei giorni scorsi era trapelata la profonda insofferenza di Sandro Bondi verso lo stato in cui versa Forza Italia, partito che ha lungo guidato sotto ovviamente la presidenza di Silvio Berlusconi. Il sentimento di disillusione verso l’esperienza politica del centrodestra si riflette in modo fragoroso nella lettera che l’ex ministro della Cultura ha inviato al quotidiano “La Stampa” di mercoledì 23 aprile.  Nella missiva, che il giornale diretto da Mario Calabresi sintetizza in un titolo molto esplicativo, “FI ha fallito, sosteniamo Matteo”, Sandro Bondi rimarca come il compito del partito di Silvio Berlusconi, in questo momento, debba essere l’appoggio all’opera di modernizzazione del presidente del Consiglio. La causa di questa “svolta” a sinistra dell’ex sindaco comunista di Fivizzano è il giudizio negativo su vent’anni di Berlusconi. Bondi richiama le riflessioni del politologo Piero Ignazi, che aveva individuato tre fallimenti nella parabola politica dell’ex Cavaliere: la mancata costituzione di un grande partito liberal-conservatore, la rivoluzione liberale promessa e mai realizzata, il conseguente blocco della modernizzazione del paese. Le responsabilità di questi fallimenti vengono attribuiti da Bondi, prevalentemente, agli alleati; l’ex coordinatore del Popolo della Libertà chiede che per realizzare gli altri due obiettivi del berlusconismo, la rivoluzione liberale e la modernizzazione del paese, Forza Italia sostenga l’operato del governo di Matteo Renzi. Un appoggio vincolato a riforme che vanno in questa direzione, ma certo sorprendente visto che Bondi auspica una sorta di sostegno duraturo ad un governo ed una maggioranza di colore politico opposto. Per il senatore di FI la forza di Renzi si baserebbe proprio dalla sua proposta di modernizzazione e cambiamento che il centrodestra non è riuscito a realizzare. ” Il centrodestra dovrà scegliere quale tipo di opposizione condurre al governo Renzi: contrastare il suo impeto riformatore e modernizzatore oppure incalzarlo e sostenerlo in un’opera di cambiamento dal cui fallimento nessuno beneficerebbe. Questa sfida riguarda soprattutto Berlusconi, perché il suo partito è (…) completamente assente, riguarda il desiderio di Berlusconi di lasciare una memoria positiva della sua persona e del suo impegno politico a favore dell’Italia”. Bondi conclude dicendo che su queste basi si potrà ricostituire il centrodestra.

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