Lo scandalo dello spreco quotidiano del pane

giovedì, 24 aprile 2014

Nel 2013 sono stati buttati 76 chili di pane a persona nel nostro paese. La produzione quotidiana di pane in Italia ammonta a circa 720 mila chili, e di questi ne vengono gettati via 13 mila. Andrea Segrè, professore di  Politica Agraria Internazionale e Comparata all’Università di Bologna e direttore del Pinpass (Piano nazionale di prevenzione dello spreco) commenta con il “Quotidiano Nazionale” l’eccesso di pane gettato via nel nostro paese. Il docente universitario, inventore del “Last Minute Market” per contenere lo spreco alimentare, rimarca come il pane sia il terzo bene alimentare più gettato, dopo la frutta e la verdura. ” Ogni famiglia butta via il 28% del pane che acquista. E’ assurdo se pensa a quello che dicevano i nonni: il pane non si butta, mai”, rimarca Andrea Segrè. Uno spreco relativamente aggravato dal costo del pane, visto che ora in alcune città un chilo sfiora i 5 euro. Il direttore del Pinpass sottolinea l’abitudine sbagliata di comprare sempre nuovo pane fresco, visto che per sua natura il pane non è un bene deperibile. “In passato durava anche una settimana. Poi è calata la qualità, ed è calata l’attenzione al consumo. Si tende a privilegiare il pane caldo nei supermercati che, vista la richiesta, ne sfornano in continuazione, fino a poche ore dalla chiusura. Aumentando l’invenduto. Il problema, come vede, oltre che nelle abitudini, è nella filiera”. Andrea Segré propone alcune soluzioni per contenere lo spreco di pane. La prima è il ritorno alla produzione domestica, che si sta già verificando con il lievito madre che viene scambiato come prodotto clandestino. Un’altra soluzione è una maggiore educazione nelle scuole sul valore del pane, al fine di scoraggiarne lo spreco che avviene tra le mura di casa. ” Servirebbe anche obbligare i supermercati al recupero, attivando percorsi di riuso a km 0 come quelli di Last Minute Market. In più si potrebbe vietarne la produzione oltre un certo orario del giorno, per ridurre lo spreco e l’ansia del pane caldo”. Ulteriori misure illustrate da Segrè sono norme di qualità che riportino il pane ad una durata più prolungata, attraverso l’utilizzo di lieviti migliori e  l’obbligo di un packaging che ne migliori la conservazione, così da favorire il ritorno del pane al simbolo che era una volta.

 

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