I paesi dove i no euro hanno chance di vittoria alle Europee

lunedì, 28 aprile 2014

In Gran Bretagna il partito populista United Kingdom Indipendence Party, Ukip, il Partito per l’indipendenza del Regno Unito, è rilevato in prima posizione nelle intenzioni di voto per le elezioni europee in un sondaggio realizzato dall’istituto Yougov per il quotidiano “Sunday Times”. I dati registrano lo Ukip guidato da Nigel Farage al 31%, i laburisti al 28%, i Tory del premier Cameron al 19%, e i Liberaldemocratici al 9%. Lo Ukip sta realizzando per le Europee una campagna molto vigorosa contro i posti di lavoro “rubati” dagli stranieri, definita razzista dagli altri partiti. Secondo l’opinione della maggioranza del campione di Yougov questo tipo di posizione non è razzista, ma un commento duro sulla realtà. Nei sondaggi realizzati da quest’istituto si nota come l’avvicinarsi del voto stia spingendo verso l’alto i consensi dello Ukip, cresciuto dal 23% di inizio marzo all’attuale 31%, con una contemporanea flessione dei laburisti così come dei conservatori. Per il voto alla Camera dei Comuni i sondaggi sono diversi, certo se questo dato fosse confermato sarebbe comunque piuttosto clamoroso che un partito che combatte da sempre contro l’adesione della Gran Bretagna all’Unione Europea in pochi anni sia passato da una relativa marginalità al primato nazionale, per quanto in questa specifica consultazione. Il Regno Unito non è però l’unico paese UE dove alle prossime europee sarà possibile un’affermazione dei no euro. Il MoVimento 5 Stelle è una formazione che nella stampa europea viene definita no euro, anche se il M5S non è assimilabile ai partiti di destra populista che combattono contro Bruxelles. Alle Europee il primato dei 5 Stelle è un’ipotesi al momento non così probabile, ma neppure impossibile. Il fronte no euro al Parlamento di Strasburgo sarà guidato da Marine Le Pen, e il suo Front National potrebbe conseguire una prima posizione alle consultazioni del 25 maggio. Come mostra la media dei sondaggi realizzata da Electionista su Twitter, il partito della destra repubblicana Ump e la formazione di Marine Le Pen sono praticamente appaiate poco sopra il 20%. Per il Front National si tratterebbe di una crescita clamorosa, visto che 5 anni fa raccolse poco più del 6%.

I Paesi Bassi, come la Francia e l’Italia, sono una delle sei nazioni fondatrici del processo di unificazione dell’Europa. Anche l’elettorato olandese potrebbe consegnare ai no euro del Partito della Libertà di Geert Wilders il primato nazionale alle consultazioni per l’Europarlamento. Al momento il Pvv è terzo dietro i liberali progressisti, ora all’opposizione, e i liberali conservatori del premier Rutte, ma il margine di distacco è molto ridotto.

  La terza formazione assai rilevante che aderisce al blocco no euro della destra populista sono i liberali austriaci della FPÖ di Heinz-Christian Strache. Anche in Austria le Europee potrebbero essere vinte dai no euro, ora al terzo posto nella media delle intenzioni di voto, dietro ai popolari e ai socialdemocratici.

In Germania i no euro di Alternativa per la Germania, che hanno recentemente rifiutato la proposta di alleanza offerta loro da Marine Le Pen, non vinceranno le elezioni europee ma sicuramente entreranno all’Europarlamento, con un risultato in costante crescita, che danneggia la Cdu della vera leader dell’UE, Angela Merkel. Come si vede nell’ultimo sondaggio pubblicato su Bild Alternativa per la Germania, AfD, è rilevata al 7,5%, in aumento rispetto al 4,9% conseguito alle ultime federali.

 

E’ difficile definire Syriza un partito no euro, visto che la formazione guidata da Tsipras è favorevole alla moneta unica. Le critiche radicali alle politiche di austerità hanno però tratti accomunabili al variegato fronte che combatte contro i governi dell’UE, ed in questa prospettiva la possibile affermazione di Syriza in Grecia alle prossime Europee rappresenterebbe uno scossone a Bruxelles non così dissimile dal primato nazionale del Front National della Le Pen o del Pvv di Wilders.

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