683 condanne a morte in Egitto: notizia agghiacciante che l’Europa finge di ignorare

martedì, 29 aprile 2014

Pochissimi giornali italiani riportano oggi col dovuto risalto in prima pagina la notizia agghiacciante della condanna a morte simultanea di 683 militanti dei Fratelli Musulmani detenuti in Egitto. Fra i condannati anche la loro guida religiosa, Mohammed Badie (fatto questo che potrà avere conseguente gravissime sui comportamenti futuri degli affiliati).
In contemporanea, il regime militare del presidente-generale al-Sisi ha messo fuorilegge anche il Movimento 6 aprile, cioè la componente laica della rivolta popolare che ha avuto per epicentro piazza Tahrir nel 2011.
Se l’occidente ritenesse di affidarsi alla repressione feroce di al-Sisi per stabilizzare una regione in fiamme, commetterebbe l’ennesimo tragico errore. La messa fuorilegge dei Fratelli Musulmani è stata una risposta avventurosa e imprudente alla prepotenza totalitaria di quel movimento, che è radicato nella società egiziana ma al tempo stesso la divide profondamente. Le condanne a morte ora aprono una contrapposizione drammatica, una guerra di fatto all’interno del mondo arabo sunnita. Gli Stati Uniti e L’Unione Europea si illudono se pensano di girare la testa dall’altra parte, lasciando fare il lavoro sporco a al-Sisi.
I Fratelli Musulmani sono una realtà scomoda, un pericolo antidemocratico, ma bisogna farci i conti con un uso responsabile della forza che non snaturi i principi e le procedure della democrazia. Affidarsi a gendarmi come al-Sisi porta poi alla repressione delle componenti più aperte e laiche, come il Movimento 6 aprile. E’ questo che vogliamo?

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