La riunificazione tedesca è costata come il debito pubblico italiano

lunedì, 5 maggio 2014

2 mila miliardi di euro. Questa cifra in Europa indica il nostro debito pubblico, il secondo dell’unione monetaria in termini relativi al Prodotto interno lordo, ed uno dei più importanti eventi degli ultimi 30 anni. Secondo uno studio di alcuni centri di ricerca tedeschi, rielaborato da un docente della Libera Università di Berlino, Klaus Schröder, la riunificazione tedesca è costata circa 2 mila miliardi di euro dal 1990 al 2013. La maggior parte di questa cifra, tra il 60 ed il 65%, è stata erogata per adeguare la spesa sociale della Germania orientale agli standard occidentali, sopratutto per quanto riguarda il sistema previdenziale. Dalla riunificazione ad oggi il governo ha investito ogni anno una cifra tra gli 8 ed i 14 miliardi di euro in misure di stimolo all’economia, mentre i diversi finanziamenti diretti ammontano a poco più di 500 miliardi. Uno sforzo imponente, che rimarca come i cinque Bundesland orientali, Brandeburgo, Sassonia-Anhalt, Sassonia, Meclemburgo-Pomerania Anteriore e  Turingia, abbiano speso millecinquecento miliardi in più di quanto abbiano prodotto. Gli imponenti trasferimenti di ricchezza dall’Ovest all’Est, una delle cause della flessione dell’economia tedesca a cavallo dello scorso secolo, non hanno però portato ad un riequilibrio delle condizioni economiche tra l’ex DDR alla Germania occidentale. Ancora oggi il potenziale economico di un tedesco orientale è pari ai 2/3 di quello di un tedesco occidentale. Dal 2005 in poi il progresso della Germania orientale si è pressochè stabilizzato, e come rimarca il quotidiano tedesco “Die Welt” che ha diffuso lo studio, l’unificazione del benessere delle due parti del paese rimane al momento un’utopia nonostante i proclami del governo.

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