Il Pd non può fingere che Greganti sia un corpo estraneo

giovedì, 8 maggio 2014

Primo Greganti è l’immarcescibile conferma che una parte della sinistra italiana persiste nell’organizzarsi come sistema di relazioni improprie fra politica e affari. Scontate le sue condanne per la prima Tangentopoli, iscrittosi al Pd, ha continuato a svolgere il lavoro di consulente a favore di aziende associate alla Lega delle Cooperative. E, secondo i magistrati di Milano, vi sarebbero prove inconfutabili del fatto che le rappresentava al tavolo della spartizione illegale degli appalti pubblici legati all’Expo e di altri grandi investimenti in campo sanitario. Un tanto a me e un tanto a te per garantire la conoscenza anticipata dei bandi di soccorso e quindi l’assegnazione di una quota concordata dei lavori. Professionista della lottizzazione, in combutta con gli uomini del centrodestra Gianstefano Frigerio e Luigi Grillo.
Ora il Pd non può voltare la testa dall’altra parte. Greganti è l’espressione perversa di una gestione spartitoria del potere in cui riconosciamo la continuità del sistema Penati. Uomini nel passato legati a Filippo Penati sono stati promossi nel governo prima di Letta e poi di Renzi. La nuova guida del Pd lombardo è stata concordata fra bersaniani e renziani sulla medesima linea di continuità. Senza mai mettere in discussione quel metodo con cui si garantivano le commesse alle cooperative anche in Lombardia, dove il grosso della torta veniva mangiato da imprese amiche del centrodestra. Anche recenti nomine nel cda di aziende pubbliche confermano che quel metodo non è stato messo in discussione. Ma questo non è solo contrario alle leggi e all’etica pubblica: è anche letale per le sorti di un partito di sinistra che voglia contribuire al risanamento dell’economia e delle istituzioni dello Stato. Con la loro complice omertà i dirigenti del Pd sembrno convinti che le cose non possano che andare così e che alla fine la faranno franca. Nel frattempo non si stupiscano se per reazione, sbagliando, tante persone perbene, schifate, votano Grillo.

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