Grillo ormai è come Zelig…terrone o padano purché mi voti

venerdì, 9 maggio 2014

Ieri a Napoli lo abbiamo visto sperticarsi in difesa di Genny ‘a Carogna per poi aggiungere che anche lui avrebbe fischiato l’inno nazionale se fosse stato in quella curva ultràs. Bene, bravo. Un mesetto fa lo stesso oratore, Beppe Grillo, raccoglieva applausi in quel di Verona o Padova, non ricordo bene, ma ricordo benissimo la solidarietà espressa agli indipendentisti veneti che vogliono separarsi da quei puzzoni dei napoletani. Bene, bravo. Se dovessimo restare alla politichetta nazionale, la disinvoltura di Grillo richiama il tempo in cui per raccattare voti Berlusconi fece dei manifesti in cui si autodefiniva perfino operaio. Ma siccome stiamo parlando di un attore è più giusto evocare il fulgido esempio di “Zelig”, strepitoso personaggio di Woody Allen la cui nevrosi si manifestava attraverso vere e proprie metamorfosi che lo portavano a trasformarsi nei più vari personaggi. Dal gerarca nazista al capotribù indiano.
Ecco, Grillo che un giorno vuole la secessione padana e l’indomani va a fare il Masaniello dei napoletani, a me ricorda Zelig. Con la differenza che Zelig era un malato, Grillo invece è solo un furbacchione che confida sulla dabbenaggine dei cittadini esasperati.

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