Nei giorni scorsi su Facebook il giornalista finanziario Nicola Borzi de “Il
Sole 24 Ore” ha rotto l’insolita cortina di silenzio calata sulla vicenda
giudiziaria che ha portato all’arresto dei fratelli Magnoni e di alcuni loro
collaboratori per distrazione di fondi dalla loro società Sopaf, per un
ammontare ipotizzato di 100 milioni di euro. Nella Milano degli scandali
questa cifra dovrebbe risaltare per la sua entità. Ma evidentemente la
famiglia Magnoni godeva di tali relazioni privilegiate trasversali -da
Berlusconi a De Benedetti, passando per le principali banche- da sollecitare
una speciale cautela. Come ricorda Borzi, fra gli enti danneggiati vi
sarebbe anche l’Inpgi, cioè la cassa previdenziale dei giornalisti. Ma ciò
non sembra aver sollecitato un’attenzione proporzionata degli organi di
stampa. Forse la spiegazione si trova nel testo che di seguito vi
ripropongo.
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