Papa Francesco critica il disprezzo verso i rom

giovedì, 5 giugno 2014

Durante un incontro con i promotori episcopali e i direttori nazionali della pastorale degli Zingari, organizzato dal Pontificio consiglio della pastorale dei migranti e degli itineranti, sul tema “La Chiesa e gli zingari: annunciare il Vangelo nelle periferie”, Papa Francesco ha criticato l’ostilità e il disprezzo che ha percepito nei confronti della comunità rom. ” Quando prendevo il bus a Roma e salivano degli zingari, l’autista spesso diceva ai passeggeri  di guardare i portafogli. Questo è disprezzo, forse è vero, ma è disprezzo”. Un aneddoto personale ricordato a braccio da papa Francesco, che ha evocato la difesa di un altro gesuita sudamericano, il brasiliano Don Luciano de Almeida, amico personale di Jorge Bergoglio, che difendeva spesso i ragazzi rom sui bus della capitale. Come riporta il sito di Avvenire, nell’incontro apertosi oggi in Vaticano il pontefice ha chiesto un impegno delle istituzioni  locali e nazionali, con il supporto della comunità internazionale, per la garanzia dei diritti delle popolazioni zingare che oggi troppo spesso “si trovano ai margini della società, e a volte sono visti con ostilità e sospetto” e che “sono scarsamente coinvolti nelle dinamiche politiche, economiche e sociali del territorio”. Papa Francesco ha definito la comunità rom come una realtà complessa, e ha rimarcato che “anche il popolo zingaro è chiamato a contribuire al bene comune, e questo è possibile con adeguati itinerari di corresponsabilità, nell’osservanza dei doveri e nella promozione dei diritti di ciascuno”. Il pontefice ha nel suo discorso illustrato quali siano le cause che portano i rom verso la marginalità sociale, e l’impegno della Chiesa e la sua azione solidale in “favore del popolo zingaro. “Tra le cause che nell’odierna società provocano situazioni di miseria in una parte della popolazione, possiamo individuare la mancanza di strutture educative per la formazione culturale e professionale, il difficile accesso all’assistenza sanitaria, la discriminazione nel mercato del lavoro e la carenza di alloggi dignitosi. Se queste piaghe del tessuto sociale colpiscono tutti indistintamente, i gruppi più deboli sono quelli che più facilmente diventano vittime delle nuove forme di schiavitù. Sono le persone meno tutelate – ha poi aggiunto – che cadono nella trappola dello sfruttamento, dell’accattonaggio forzato e di diverse forme di abuso. Gli zingari sono tra i più vulnerabili, soprattutto quando mancano gli aiuti per l’integrazione e la promozione della persona nelle varie dimensioni del vivere civile”.

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